Page 82 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis
ella è così grande, che siamo ancora dubbiosi se il toro si sia mai congiunto con un’Asi-
na, malgrado tuttociò, che si dice dei Giumenti. [30]
Le premure di un Naturalista industrioso, e illuminato farebbero scappar fuori non
poche curiosità in questo genere, togliendo coll’educazione, coll’uso, e col bisogno fra
gli Animali la repugnanza, che le differenti spezie hanno per ordinario l’una per l’altra.
Potrebbe darsi, che si arrivasse a render possibili delle generazioni forzate, le quali fa-
cessero veder maraviglie. Si potrebbe sul bel principio tentare sopra una medesima spe-
zie queste unioni artifiziali, e forse al primo passo si renderebbe in qualche maniera la
fecondità a degli Individui, i quali per ordinario sembrano sterili. Nè sarebbe vietato
protraere ancor più lontano l’esperienze, e fino sulle spezie, le quali sono per loro natu-
ra meno inclinate ad unirsi. Forse da ciò si vedrebbero nascer de’ mostri, dei nuovi Ani-
mali, ed anche forse delle nuove intere spezie non per anche dalla Natura prodotte.
Vi sono di due sorte di mostri. Una è il prodotto del seme di differenti spezie, le
quali si sono mischiate: L’altra di parti già formate, unitesi alle parti d’un individuo
d’una spezie diversa. I mostri della prima si trovano fra gli Animali; Quelli della seconda
non si trovano se non fra le piante. Alcuni Bottanici pretendono essere arrivati a procu-
rare dei mostri della prima sorta; sarebbe egli impossibile arrivare a procurarne tra gli
Animali di quella seconda?
È nota la riproduzione delle zampe del gambero, della coda della lucerta, e di tutte
le parti del Polipo: È egli probabile, che questa maravigliosa proprietà non sia ristretta,
che in un picciol Numero d’Animali, in cui è essa conosciuta? Non sarebbe riguardo a
ciò, mai troppe l’esperienze; forse non dipende, che dalla maniera di separare le parti di
molti altri animali il vederle riprodursi ben tosto.
Osservazioni microscopiche
Le Osservazioni Microscopiche del Sig. Buffon, e del Sig. Needham [31] ci hanno scoper-
ta una nuova natura, e sembra, che ci diano ragione di sperare delle maraviglie maggio-
ri. Sono elleno così curiose, ed importanti, che sebbene l’esperienza abbia fatto vedere,
che non erano superiori alla possibilità dei particolari, pure meritano di essere incorag-
giate dal governo, e che vi si applicassero molti osservatori, che fossero loro distribuite
le differenti materie da osservare, e che fosse proposto un premio all’Ottico, da cui ve-
nisse offerto il miglior Microscopio.
Specchi-ustorj
Con tutta la nostra legna, con tutti i nostri carboni, e con tutte le nostre materie combu-
stibili noi non possiamo accrescere gli effetti del fuoco se non che sino a un certo gra-
do, il quale non è che picciola cosa in confronto dei gradi del calore, che sembra aver
provato la Terra, ovvero di quello, che alcune Comete provano nel loro perjelio. I fuo-
chi più violenti de’ nostri Chimici non sono forse, che troppo deboli agenti per unire, e
discomporre i corpi; e da ciò proverebbe, che noi prenderemmo per l’unione la più in-
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