Page 81 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche
che non è stato ancora trovato un metodo che le sia di qualche utile? Non è questa una
prova, che le cure, le quali il Medico crede di ottenere dall’arte sua, non sono dovute se
non che alla Natura, che ha guarito il malato qualunque sia stata l’usatagli cura?
Io so, che i Medici diranno, che le malattie ricevono delle variazioni dal tempera-
mento, e da molte particolari circostanze del malato, e che la stessa non dee sempre es-
ser diretta nella medesima guisa. Ciò può esser vero in alcuni rarissimi casi; ma in ge-
nerale questa non è, che una scusa per nascondere l’incertezza dell’arte. Quali sono le
varietà del temperamento, le quali cambino gli effetti della China-china sopra la febbre, e
che le rendano preferibile qualche altro rimedio? La Medicina è molto lontana dal punto,
in cui potrebbesi dedurre la direzione delle malattie dalla cognizione delle cagioni, e degli
effetti. Il meglio Medico è quello che meno ragiona, e più degli altri osserva.
Esperienze sopra gli Animali
Dopo queste esperienze le quali interessano immediatamente la spezie umana, eccone
delle altre, le quali possono anche avervi qualche rapporto, e che potrebbero farsi su gli
Animali. Non sarà senza dubbio riguardata questa parte della storia naturale come inde-
gna dell’attenzione di un Principe, nè delle ricerche di un Filosofo, allora quando si
penserà al gusto, che Alessandro ebbe per essa, e all’Uomo, che egli incaricò di perfe-
zionarla. [29] Noi abbiamo tuttavia il risultato di questa fatica, ma si può dire, che non
corrisponde gran fatto nè alla grandezza del Principe, nè alla qualità del Filosofo. Alcu-
ni Naturalisti moderni vi sono meglio riusciti, poichè ce ne hanno date delle descrizioni
più esatte, ed hanno disposto in un ordin migliore le classi degli Animali. Non è dunque
ciò quel, che manca oggidì alla storia naturale, e quando anche vi mancasse, non è que-
sto ciò, in chi io desidererei maggiormante, che fosse supplito. Tutti questi trattati degli
Animali, che noi abbiamo, ed anche i più metodici, non formano se non che dei quadri
belli a vedere; ma per fare della storia naturale una vera scienza sarebbe d’uopo appli-
carsi a delle ricerche, le quali ci facessero conoscere non la figura particolare [di] que-
sto, o di quello Animale, ma le generose condotte della Natura nella lor produzione, e
nella loro conservazione.
Una tale fatica non sarebbe interamente di quelle, che non potessero essere intra-
prese senza la protezione, e senza i benefizj di un Sovrano, poichè molte di queste espe-
rienze non sarebbero superiori alla possibilità di un semplice particolare, e noi abbiamo
alcune opere, le quali ce l’hanno fatto vedere. Pure vi sono alcune di tali esperienze, le
quali richiederebbero spese grandi, e forse tutte avrebbero bisogno di una tal direzione,
che non lasciasse i Fisici in un certo vuoto, che è l’ostacolo maggiore alle scoperte.
I serragli delle fiere dei Principi, nei quali si trovano Animali di molte spezie, sa-
rebbero per questo genere di scienza fondi, dai quali potrebbonsi facilmente ritrarre non
piccioli vantaggi. Basterebbe darne la direzione ad esperti Naturalisti, e loro perscrivere
l’esperienza.
Si potrebbe provare in questi serragli ciò, che si racconta delle truppe dei differenti
Animali, i quali raccolti, a cagion della sete, sulle rive de’ fiumi dell’Africa, si dice vi
facciano quelle bizzarre unioni, da cui provengono frequentemente dei mostri. Non vi
sarebbe nulla di più curioso, che tali esperienze: Pure la negligenza, riguardo a questo,
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