Page 77 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche
all’Equatore, nella quale ognuno esaminasse bene tutte le stelle, che vi si trovano, veri-
similmente si scoprirebbero non pochi inaspettati fenomeni.
Ritorniamo intorno al nostro Sole. Noi vegghiamo Saturno con cinque satelliti,
Giove con quattro, la Terra con uno, ma egli è assai probabile, che se di sei Pianeti tre
hanno dei satelliti, non ne sieno gli altri tre affatto sprovvisti, anzi è stato creduto di
essersene scoperto qualcuno intorno a Venere. Queste osservazioni non hanno avuto
conseguenze, ma non dovrebbero essere abbandonate.
Niente sarebbe capace di avanzare queste scoperte, che la perfezione dei Telescopj.
Io non credo, che si potessero promettere ricompense grandi abbastanza a coloro, i qua-
li arrivassero a farne superiori a quelli, che di già si hanno. Si è fatto così spesso vede-
re, che il conoscere le longitudini sul mare dipenderebbe da un tal Telescopio, ovvero
da un Orivolo, il quale conservasse l’ugualità del suo moto, malgrado l’agitazione del
Vascello; ovvero da una teoria esatta della Luna, che mi sembra superfluo il parlarne di
più; ma non saprei fare a meno di dire, che non si potrebbe abbastanza incoraggiare co-
loro, i quali fossero in istato di perfezionare qualcuno di questi stromenti.
Parallasse della Luna, e suo rapporto alla figura della Terra
La Francia ha fatto ciò, che di più grande, sia stato pensato giammai a favor delle
scienze, allora quando ha ella spedito all’Equatore, ed al Polo delle truppe di Matemati-
ci per iscoprire la figura della terra. L’ultima intrapresa per determinare la Parallasse della
Luna per via di osservazioni fatte nel tempo stesso all’estremità meridionale dell’Africa,
e nelle parti settentrionali dell’Europa, può esser paragonata alla prima. Ma egli è deside-
rabile, che non si lasci fuggir l’occasione di legare insieme le soluzioni di questi due
grandi Problemi, i quali hanno effettivamente tra sè un immediatissimo rapporto.
Le misure dei gradi del Meridiano prese in Francia, in distanze troppo picciole le
une dall’altre, non aveano potuto far conoscere la figura della Terra: Perchè, oltre che
esse non potevano dare, che le curvature del meridiano nei luoghi osservati, le differen-
ze, che vi si trovavano, erano troppo poco considerabili per farvi sopra fondamento. Le
misure, che sono state prese dei gradi separati in distanze grandi, come dalla Francia al
Perù, ovvero alla Lapponia, non hanno veramente quest’ultimo difetto, ma hanno
anch’esse una parte della medesima insufficienza. Esse non hanno dato con certezza se
non che le differenti curvature del Meridiano in questi siti, ma non ci potressimo assi-
curare, se fra gli spazi, che le dividono, queste curvature seguitino alcuna delle leggi, le
quali sono state supposte.
Finalmente non si saprebbero con tutte queste osservazioni conoscere le corde de-
gli archi, alle estremità delle quali esse son state fatte; lo che è pur troppo necessario se
si voglia esser sicuri della figura della Terra. Poichè il Meridiano potrebbe avere figure
tali, che sebbene a certe date latitudini le curve fossero appunto quali sono state trova-
te, le corde di questi archi fossero pertanto molto differenti da ciò, che è stato conchiuso.
E dopo tutte le operazioni fatte all’Equatore, in Francia, ed al circolo polare, la corda
dell’arco compresa tra Quito, e Parigi, e quella dell’arco tra Parigi, e Pello [27] potrebbero
essere l’una all’altra in un rapporto così differente da quello, che è stato supposto sopra le
curvature, che la figura della Terra variasse assai da quella che si crede che abbia.
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