Page 76 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
P. 76







Pierre-Louis Moreau de Maupertuis

qualche Principe volesse, gli riuscirebbe assai facile di farla rivivere. Non vi vorrebbe
altro, che confinare in una stessa città tutto il Latino del suo stato; ordinando, che ivi
non si predicasse, non si trattassero cause, non si rappresentassero Commedie se non
che in Latino. Io son di parere, che il Latino, che quivi si parlasse, non fosse per esser
quello della corte di Augusto, ma ne pure quello dei Pollacchi; e la Gioventù, la quale
vi concorrerebbe da molte parti dell’Europa, ne apprenderebbe assai più nel corso di un
anno, che non ne impara in cinque, o sei dentro i Collegi.



Astronomia
Non apparisce, che si ricavi un troppo grande avvantaggio da que’ magnifici Osserva-
torj, da quegli eccellenti stromenti, e da quel gran numero di esatti specolatori, i quali si
trovano in diversi luoghi d’Europa. La maggior parte degli Astronomi crede la loro arte
perfezionata, e non san altro, che ripetere, per una spezie di pratica, le osservazioni del-
le altezze del Sole, della Luna, e di qualche Stella, con i di loro passaggi pel Meridiano.
Queste osservazioni hanno veramente la loro utilità, ma sarebbe desiderabile, che gli
Astronomi uscissero fuori di questi confini.
Era creduto, che le stelle, che si chiamano fisse fossero sempre viste nei medesimi
punti del Cielo; ma più accurate, e più esatte specolazioni esequite negli ultimi tempi, ci
hanno fatto conoscere, che oltre l’apparenza del moto, che risulta dalla precessione de-
gli Equinozi, le stelle aveano anche un altro moto apparente. Qualche Astronomo pre-
cipitoso ne dedusse una parallasse per l’Orbe annuale; uno più abile, anzi lo stesso, che
avea discoperto questo moto, ne fece vedere l’indipendenza dalla parallasse, e ne trovò
la vera cagione nell’accozzamento del moto della luce col moto della Terra. Lo stesso
Bradley [26] ha anche scoperto l’apparenza di un nuovo moto appena sensibile, che egli
attribuisce con molta probabilità all’azion della Luna sulla sferoide Terrestre. Ma non
vi è egli dunque un moto reale in qualche stella? Alcuni Astronomi ve ne hanno di già
scoperto, o sospettato, ed è credibile, che se si applicassero di più a questa ricerca, an-
che di più ne verrebbero a discoprire; o sia che queste stelle sieno molto scommosse dai
Pianeti, e dalle Comete, le quali possino fare all’intorno le loro rivoluzioni, o sia che
alcune sieno elleno stesse Pianeti luminosi di qualche corpo centrale opaco, ovvero in-
visibile a noi.
Finalmente non vi sarebbe qualche stella realmente fissa, il di cui moto apparente
ci discoprisse la Parallasse dell’Orbe annuale? La troppa gran distanza delle stelle dalla
Terra nasconde questa Parallasse in quelle, che sono state osservate. Ma è ella questa
prova, che veruna dell’altre non potesse lasciarlo discernere? Si sono attaccati alle stel-
le luminose, come a quelle, che essendo le più vicine alla Terra, sarebbero le più adatte
a questa scoperta; ma perchè le hanno eglino credute le più vicine? Ciò non è se non
perchè le hanno supposte tutte della stessa grandezza, e della stessa materia; ma chi ci
ha detto, che la loro grandezza, e la loro materia siano in tutte la stessa? La stella più
picciola, e la meno brillante potrebbe anche essere la più vicina alla Terra.
Se nei Paesi dove vi è un sufficiente numero di osservatori fosse distribuito a cia-
scuno di loro un certo spazio di Cielo, o sia una zona di due, o tre gradi, parallela



48
   71   72   73   74   75   76   77   78   79   80   81