Page 75 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche
Piramidi, e scavazioni
Non senza ragione si contano fra le maraviglie del Mondo, quelle masse prodigiose di
terra, e di pietra, l’uso delle quali sembra per altro così frivolo, o almeno ci è restato
così ignoto. Gli Egiziani in vece di volere instruire gli altri Popoli, sembra che non ab-
biano giammai pensato ad altro, che a sorprenderli. Non è molto verisimile, che queste
enormi Piramidi non fossero destinate ad altro uso, che a quello di racchiudere un cada-
vere; ma può ben essere, che nascondano in sè i più singolari monumenti della storia, e
delle scienze dell’Egitto. Si racconta, che un Califo curioso XVII fece fare ogni possibile
per dischiuderne una, fintantoche pervennero a scoprirvi una piccola strada, la quale
conduceva a una sala, in cui si vedeva un forziere di marmo, ossia una spezie di catalet-
to. Ma ciò, che ne fu scoperto, quanta parte occupava di un tale edifizio? Non è egli
molto probabile, che assai più cose si trovino in esse nascoste? L’uso della polvere ren-
derebbe oggidì facile il rovesciamento di una di queste Piramidi, e ’l Gran-Signore le
consegnerebbe senza dispiacere ad ogni minima curiosità d’un Monarca di Francia.
Quanto desidererei che i Re d’Egitto avessero impiegati tanti millioni di Uomini, i
quali inalzarono le Piramidi in aria, a formare piuttosto in terra delle escavazioni, la di
cui profondità corrispondesse al gigantesco dell’opere loro. Noi non conosciamo niente
della terra interiore: Le nostre più profonde miniere intaccano appena la prima sua
scorza; Se si potesse giugnere al nocciolo, è credibile, che si trovassero delle materie
molto differenti da quelle che sono a nostra cognizione, e dei fenomeni assai singolari.
Quella forza cotanto contesa, la quale sparsa per tutti i corpi spiega così bene la intera
Natura, non è per anche conosciuta se non che per via d’esperienze fatte nella superficie
della Terra; sarebbe pertanto desiderabile, che se ne potessero esaminare i fenomeni in
queste profonde scavazioni.
Collegio per le scienze straniere
Non è gran fatto da dubitarsi, che diverse delle più remote Nazioni non abbiano molte
cognizioni, le quali a noi pure utili riuscirebbero. Quando si considera quella lunga suc-
cessione di secoli, durante i quali i Chinesi, gl’Indiani, e gli Egiziani hanno coltivato le
scienze, e le opere delle arti, che ci vengono dal lor paese, non può non dispiacerci, che
non vi sia una maggior communicazione fra loro, e noi. Un collegio, nel quale si tro-
vassero uniti Uomini di tali Nazioni bene informati delle scienze del lor paese, i quali
s’instruissero nella favella del nostro, sarebbe senza dubbio un assai bello stabilimento,
e non molto difficile. Forse non se ne dovrebbero escludere nemmeno le più selvaggie.
Città latina
Tutte le Nazioni d’Europa, s’accordano sulla necessità di coltivare una lingua, la quale
benchè morta da lungo tempo, è nonostante oggidì la più universale di tutte, ma che ben
spesso è d’uopo andar ricercando in casa d’un Prete, ovvero in casa d’un Medico. Se
XVII Almamon, nel IX Secolo.
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