Page 73 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche

sero effettivamente, che golfi, ossia che fossero veri stretti. È una spezie di paradosso
dire, che più vicino al polo, avrebbero trovato meno geli, e un clima più dolce. Ma oltre
alcune relazioni, le quali assicurano, che essendosi gli Olandesi molto avvicinati al po-
lo, aveano in effetto trovato un mare aperto, e tranquillo, e un’aria assai temperata, la
Fisica, e l’Astronomia possono a noi farlo credere. Se sono vasti mari quelli, che occu-
pano le regioni del Polo, vi si troveranno meno ghiacci, che in luoghi meno settentrio-
nali, dove i mari saranno chiusi fratterra; e la presenza continua del Sole sull’orizonte
per lo spazio di sei mesi può cagionar più calore di quello, che ne faccia perdere la di
lui poca elevazione.
Io dunque crederei, che si dovesse pel Polo medesimo tentar tal passaggio; e nel
tempo stesso, che si potrebbe sperare di fare una scoperta di un’utilità grande pel com-
mercio, se ne farebbe una assai curiosa per la cognizione del globo, la quale consiste-
rebbe in sapere se quel punto, intorno del quale egli gira, è situato in terra, ovvero in
mare; siccome nell’osservarvi i fenomeni della calamita nella sorgente, da dove sem-
bran partirsi, e nel decidere se l’aurore boreali sono cagionate da una materia luminosa,
che scappi fuore dal Polo, o almeno se il Polo è sempre inondato dalla materia di tali
aurore. Io non fo qui parola di certe difficoltà attaccate a questa navigazione. Quanto
più ci avviciniamo al Polo, tanto più i soccorsi offerti dalla scienza del Piloto si scema-
no, ed al Polo medesimo molti si annientano affatto. Si potrebbe dunque evitare questo
punto fatale; ma una volta che vi si fosse incorsi, sarebbe d’uopo cominciar la strada, in
qualche maniera, a caso, finattantoche ce ne fossimo allontanati per tanta distanza, che
permettesse di ripigliarsi l’uso delle regole della navigazione. Io su di ciò non mi esten-
do, non essendomi proposto sennonchè di parlare di scoperte, le quali mi sono sembrate
le più importanti. Dopo la scelta, che Voi foste per farne, si potrebbero discutere i modi,
che fossero più convenienti a tale esecuzione. Ma se un gran Principe destinasse ogni an-
no due, o tre vascelli per queste intraprese, la spesa sarebbe poco considerabile, e indi-
pendentemente dall’esito, essa sarebbe utile per addestrare i Capitani, e i Piloti a tutti gli
eventi della navigazione, e non sarebbe gran fatto possibile, che fra tante cose, le quali
restano tuttavia sconosciute sul nostro globo, non si arrivasse a qualche grande scoperta.



Osservazioni sulle variazioni della Calamita
Allora quando si considera l’uso, che si fa della direzione della calamita verso il Polo,
non si può far a meno di credere, che questa maravigliosa proprietà le sia stata concessa
per guidare il navigante. Ma questa proprietà, la quale ci arreca tant’utile, benchè non
conosciuta se non imperfettamente, quanto più ce ne arrecherebbe se la di lei cognizio-
ne ci fosse perfezionata?
La direzione della calamita in generale verso il Polo ci serve a dirigere le nostre
strade; ma i deviamenti di tal direzione, dipendenti senza dubbio da qualche legge poco
da noi conosciuta, saranno verisimilmente nuovi mezzi dalla Natura riserbati al navi-
gante per fargli conoscere in qual punto del globo egli si trovi.
L’Inghilterra diede già al tempo del Sig. Halley [25] il comando di un Vascello desti-
nato all’avanzamento delle scienze marittime. Dopo una navigazione per i due Emisfe-
ri, questo grande Astronomo abbozzò sul globo il tratto d’una linea, in cui tutti gli aghi


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