Page 71 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche
Nell’Isole di questo mare, ci assicurano viaggiatori, aver visti degli Uomini selvag-
gi, degli Uomini pelosi con code assai lunghe, i quali sembrano una spezie intermedia
fra le Scimie, e noi. Io desidererei assai più un’ora di conversarsazione con essi, che coi
più belli spiriti d’Europa. Ma se la Compagnia delle Indie si attaccava alla ricerca di
qualche porto per la sua navigazione nelle Terre Australi fra l’America, e l’Africa, io
non credo, che ella dovesse esserne distolta dal poco buon esito della sua prima intra-
presa; anzi mi pare, che al contrario la relazione del viaggio del Capitano Loziero
avrebbe dovuto impegnare la compagna a proseguirla. Poichè egli si è assicurato della
esistenza di tali terre, egli le ha viste, e se non si è potuto ad esse accostare di più, ciò è
stato a cagione di ostacoli, i quali poteano evitarsi, ovver superarsi.
Questi furono i ghiacci, i quali gl’impedirono di prendervi terra. Fu sorpreso di ri-
mo
trovarne al 50 grado di latitudine nel solstizio d’Estate. Egli dovea sapere, che quan-
tunque le cose sieno altrove uguali, nell’Emisfero Meridionale il freddo è più grande
nell’Inverno, che nell’Emisfero Settentrionale, perchè, sebbene sotto una stessa latitu-
dine per l’uno e per l’altro Emisfero la posizione della sfera sia medesima, le distanze
dalla terra al Sole non sono le stesse nelle stagioni corrispondenti. Nel nostro Emisfero
è Inverno allora quando la Terra è nella sua minor distanza dal Sole, e questa circostan-
za diminuisce la forza del freddo. Nell’Emisfero Australe al contrario giugne l’Inverno
allora quando la Terra è nella sua maggior lontananza dal Sole, e ciò accresce la forza
del freddo: aggiungavisi, che nell’Emisfero Australe l’Inverno è più lungo otto giorni,
che nell’Emisfero Settentrionale. Ma sarebbe stato anche più necessario pensare, che in
tutti i luoghi, ove la sfera è obliqua, i tempi più caldi non succedono, che dopo il solsti-
zio dell’Estate, e che succedono tanto più tardi, quanto sono i climi più freddi. Ciò san-
no i Fisici, e tutti coloro, i quali hanno viaggiato verso i Poli. Nell’Emisfero settentrio-
nale si veggono tuttavia coperti di ghiaccio in tempo del Solstizio alcuni mari, nei quali
un mese dopo non è possibile trovarne un atomo, e vi si sentono caldi grandi, e questo
sarebbe il tempo, ovvero quello che gli corrisponde nell’Emisfero opposto, in cui si do-
vrebbe tentare d’accostarsi alle terre vicine al Polo. In questi Climi tostochè i ghiacci
hanno incominciato una volta a fondersi, si liquefanno prestissimo, e in pochi giorni il
mare ne è libero. Se dunque in vece d’arrivare in tempo del Solstizio alle latitudini, do-
ve il Cap. Loziero cercava le sue terre, vi fosse egli capitato un mese più tardi, io non
credo, che egli vi avesse trovato ghiaccio di sorte alcuna.
Del rimanente i geli non sono ostacoli insuperabili, onde non poter toccar Terra. Se
sono natanti, i pescatori delle balene, e tutti coloro, i quali hanno fatto delle navigazioni
nel Nord, sanno che essi non impediscono navigare, e riguardo a quelli, che sono attac-
cati alle terre, gli abitanti delle rive dei golfi di Finlandia, e di Botnia hanno tutto
l’Inverno delle strade su questi ghiacci, e vi fanno spesso de’ viaggi a preferenza di
quelli, che potrebbero fare per terra. I Popoli del Nord hanno anch’essi un uso molto
semplice, e molto sicuro allora quando sono eglino obbligati a soggiornare sopra i
ghiacci, i quali si cominciano a rompere. Questo consiste nel trasportarvi dei battelli
leggieri da loro strascinati per tutto, dov’eglino vanno, e col mezzo dei quali possono
passare da un ghiaccio all’altro.
Queste son tutte cose assai note nei paesi del Nord, e se quelli, che la Compagnia
delle Indie avea spediti alla scoperta delle terre Australi avessero avuto un poca più co-
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