Page 68 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis

zioni anticipate. Se non lo può ottenere la nostra industria, non vi sono stati degli Uo-
mini contraddistinti, ai quali fu concessa la cognizion del futuro?
Sembra che le percezioni del passato, del presente, e dell’avvenire non differiscano
tra loro, se non pel grado d’attività in cui l’Anima nostra si trova. Aggravata dalla suc-
cessione delle sue percezioni, ella vede il passato; il suo stato ordinario le fa vedere il
presente; uno stato pù elevato le farebbe forse discoprire il futuro. nè ciò sarebbe per
avventura più maraviglioso, che il vederla rappresentarsi delle cose, che non sono state,
che non sono, e che non saranno giammai. Noi abbiamo bisogno di tutta la nostra espe-
rienza per non dar fede ai nostri sogni.
Se si esaminano filosoficamente i sistemi, ai quali è necessario ricorrere per ispie-
gare come da noi si percepiscano gli oggetti, tuttociò, che si è detto non sembrerà forse
così stravagante quanto può aver sembrato sul bel principio. Se non vi è alcun rapporto
reale fra gli oggetti, e quella sostanza spirituale che gli percepisce; se le nostre perce-
zioni hanno nell’Anima la loro propria cagione, e non si rapportano agli oggetti se non
che per concomitanza, ovvero per un’armonia prestabilita; ovvero se gli oggetti non
sono, che le cause occasionali della manifestazione, che Iddio vuol concedere
all’Anima di una sostanza, in cui se ne raccolgono tutti i modelli; la percezione del pas-
sato, e quella dell’avvenire non saranno di gran lunga più difficili a comprendersi, che
quella del presente.



LETTERA XIX

Sopra l’avanzamento delle scienze
L’Opera più considerabile del Cancellier Bacone si è il trattato De Augmentis scientiarum,
da lui dedicato al suo Re, siccome al Principe di quel tempo il più capace di porlo in
uso. Io non ho in idea di voler paragonare questo poco numero di pagine con ciò, che ha
fatto quell’Uomo grande, a cui non è rimproverabile l’esser prolisso nelle opere anche
più lunghe. Ciò, che io mi sono proposto è ben differente da quanto si era egli prefisso.
Egli considerò tutta l’umana cognizione come un edifizio, di cui le scienze doveano
formare i varj appartamenti: distribuì ciascuno di questi nel suo ordine, e fece vedere la
dipendenza di ognuno di essi dagli altri, e nel tempo stesso dal tutto. Esaminando di poi
(uno per uno) ciò che poteva ad essi mancare, lo fece con tutta la profondità del suo
spirito, ma con tutta la generalità che conveniva alla grandezza del suo piano. Io qui
non intendo, che di fissare i vostri sguardi sopra alcune ricerche utili al Genere Umano,
curiose per gli eruditi, e nelle quali sembra, che lo stato in cui si trovano attualmente le
scienze, ci ponga a portata di poter riuscire.
Siccome non vi è alcuno che sappia meglio di voi XIV fin dove si estendano le nostre
cognizioni, così alcuno meglio di Voi non potrebbe formar giudizio di ciò, che ad esse


XIV Questa lettera è diretta al primo Ministro del Re Cristianissimo di Berlino. [Nota non presente
nell’originale francese. Sembra più probabile che il destinatario della Lettera sia il re di Prussia, Federi-
co II (come pensavano i contemporanei), o il re di Francia, Luigi XV (come indirettamente si evince dal

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