Page 66 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis
Le due parti pertanto del fiume non gli sfuggono nella stessa maniera. Colla catena
delle sue percezioni egli lega col presente qualche parte del passato, che in questo mo-
do sè gli rappresenta, ma non apparisce, che abbia alcun diritto sull’avvenire.
Se l’Uomo non avesse, che questo mezzo di rappresentarsi il passato, le sue cogni-
zioni si ridurrebbero a molto poco. Ma fra le nazioni, anche le più selvaggie è stato di
già trovato qualche cosa di più, che la successione degli avenimenti veduti dall’Uomo
medesimo. Tutte hanno una spezie di tradizione per mezzo di cui ogni Uomo vede una
parte del passato per via degli occhi di coloro, i quali sono vissuti prima di lui.
Questa tradizione è una spezie d’istromento, col di cui mezzo l’Uomo ingrandisce
il proprio suo Essere; ma un molto più perfetto stromento si trova nei segni durevoli da
lui inventati per marcare i passati successi. Questo stromento gli richiama i secoli più
remoti con maggior sicurezza di quello, che far potesse la più felice memoria, ovvero la
tradizion più costante.
Ma in fondo la cognizione di questi tempi non è di sua proprietà, non essendovi ar-
rivato se non che coll’industria. Propriamente suo si è soltanto ciò, che avrebbe
quand’anche fosse solo sopra la terra. Ed anche allora tutta la scienza dei successi si
ridurrebbe a quella piccola parte, che egli vedesse, ed alla porzione anche più piccola,
che gli restasse nella memoria.
L’atto, con cui la memoria ci richiama il passato, è forse il fenomeno più maravi-
glioso dell’Anima nostra, ed anche forse più incomprensibile della percezione degli
obbietti presenti. Se noi non ne avessimo in noi stessi l’esperienza, e che ci fosse detto,
che vi sono degli Uomini, i quali si rappresentano il passato, noi non lo crederemmo forse
più possibile che se ci dicessero che ve ne sono di quelli, i quali veggono l’avvenire.
Non è già, che per esser tutto legato in Natura, uno spirito assai vasto non potesse
dalla picciola parte, che egli comprende dello stato presente dell’Universo, discoprire
tutti gli stati, che l’hanno preceduto, e tutti quelli che debbono venire dopo di lui; ma i
nostri spiriti sono assai lontani da questo grado di estensione. La memoria non ci rap-
presenta il passato per la via della connessione, che vi è fra ’l tutto, ma ce lo richiama
solamente col mezzo de’ rapporti particolari, che egli ha colla nostra percezione presente.
Certe unioni arbitrarie formano ciò, che si chiama memoria artifiziale; E i racconti
degli altri Uomini la tradizione; La Scrittura però è di tutti i modi d’istruzione il più
universale, e sicuro. Eppure, siccome io ho detto di sopra, questi mezzi tutti non sono,
che altrettanti stromenti in qualche maniera stranieri all’Uomo. Vi sono dei Popoli inte-
ri privi del più utile d’essi, e tutti gli Uomini sono fra sé estremamente dissimili per i
differenti gradi di perfezione, alla quale gli hanno condotti. Si può dire, che la scienza
del passato è un’arte, nata dall’industria Umana, la quale potrebbe essere stata mai
sempre sconosciuta.
In ogni tempo fu cercata l’arte opposta, cioè quella di prevedere il futuro. Il primo
mezzo, che per ciò far si presenta, si è di dedurre dallo stato presente le più probabili
conseguenze per lo stato futuro; ma questo non si estende che poco, e non potrebbe
chiamarsi se non prudenza. Si è veduto quanto siasi poco in istato di arrivare per questo
mezzo ad una scienza sicura.
Per rapporto a quest’arte, che può chiamarsi Indovinazione, siccome noi non tro-
viamo in noi stessi cos’alcuna, che possa facilitarcene i mezzi, così ne sono stati per
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