Page 56 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis

Se si voglia avere un moto perpetuo col mezzo del peso, si è già dimostrato, che la
somma dei corpi, (ciascuno moltiplicato per l’altezza, da cui il peso può farlo discende-
re) è sempre uguale alla somma de’ medesimi corpi, moltiplicato ciascuno per l’altezza,
a cui potrà riascendere. Non si potrebbe dunque per questo mezzo avere il moto per-
petuo, se non che in quanto i corpi, i quali si abbassano, e s’inalzano, mantenessero
da sé medesimi tutto il moto, che il peso potesse dar loro, e che non ne perdessero
niente o col fregamento delle parti della macchina, ovvero col comunicare all’aria
qualche parte di questo moto. E così apparisce, che si rende impossibile un moto per-
petuo prodotto dal peso.
Se vi si voglia arrivare per via dell’Inerzia, si è fatto vedere, che se i corpi sono
perfettamente duri (cioè composti di parti, le quali sieno asso[lu]tamente inflessibili
all’urto fra loro scambievole) si è fatto vedere, io dico, che nelle differenti combinazio-
ni del loro moto, spesso una parte di questo moto perisce, e giammai non si aumenta;
onde non può dunque far di meno di diminuirsi, e finalmente d’estinguersi affatto.
Se i corpi sono perfettamente elastici, cioè tali, che le loro parti dopo essere state
piegate dalla forza dell’urto, si raddrizzino, e ripiglino precisamente la loro figura, si è
fatto comprendere, che nel loro incontrarsi, la quantità del moto può qualche volta ac-
crescersi (benchè qualche altra possa diminuirsi); ma che ve n’è una data quantità, da
cui il moto dipende, la quale resta mai sempre inalterabilmente la stessa, ed è quella,
che chiamasi forza viva. E benchè, in virtù della combinazione dei differenti moti dei
corpi che si urtano, possa succedere, che la quantità del moto venga ad accrescersi,
l’effetto reale però ed assoluto di questo moto non sarà giammai se non che proporzio-
nato alla forza viva, e non potrà giammai divenire più grande, poichè questa forza è
costante. Per quanto dunque sembri al primo abbordo, che si potesse per questa via spe-
rare un moto perpetuo, convien non ostante credere che per averlo sarebbe necessario:
1. che i corpi impiegati nella macchina fossero perfettamente elastici; Ma dove trovare
dei corpi di tal natura? 2. Converrebbe inoltre, che tutti questi moti si eseguissero in un
vuoto perfetto, essendo che tutta la forza comunicata all’aria dalle parti della macchina,
ond’è quella percossa, ridonda in puro discapito della medesima macchina.
Non sarebbe dunque da sperarsi un moto perpetuo stabilito sulla forza d’inerzia.
A me sembra, che ciò sia bastante a persuadere della impossibilità del moto perpe-
tuo coloro, i quali hanno una qualche tintura di Filosofia; Mentre riguardo gli altri, è
credibile che eglino sieno per cercarlo mai sempre, senza peraltro arrecar pregiudizio ad
alcuno, qualora non riesca loro trovarlo.



LETTERA XV

Sopra la Quadratura del circolo

Quasi tutti coloro, i quali cercano la quadratura del circolo, si figurano, che da essa di-
penda la scoperta delle longitudini, e che sieno promesse magnifiche ricompense a chi
arrivi a trovarla. Ma vero egli è, che questi problemi non hanno fra loro qualunque sia,



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