Page 53 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche
Ma non sa ancora in qual punto di questo circolo e’ sia, e sotto qual meridiano. Il moto
uniforme della rivoluzion della Terra in 24 ore, fa che si suppongano i suoi meridiani
divisi in uguali distanze, 360 p. e., a un grado di distanze l’uno dall’altro, ciascuno di
questi meridiani si presenerà al Sole successivamente, ovvero a qualche astro supposto
fisso nei Cieli in quattro minuti d’intervallo l’uno dall’altro. Se dunque si conosce il
tempo scorso fra i due mezzigiorni sotto due meridiani differenti, da questo tempo scor-
so fra i due mezzigiorni si conoscerà la distanza, onde questi due meridiani sono tra sé
stessi distanti, lo che si chiama la differenza in longitudine. Se p. e. vi è un’ora di diffe-
renza fra i due mezzigiorni, vi saranno 15 gradi di differenza in longitudine, perchè
un’ora è la ventiquattresima parte del tempo della revoluzione della terra, siccome 15
gradi sono la ventiquattresima parte di 360.
Il punto, da cui si computa la latitudine è fisso, e segnato sul globo colla posizione
di un circolo semplice, che è l’Equatore. Ma non vi è alcun punto naturale, che sia quel-
lo, onde misurar si debba la longitudine: Ciascun meridiano ha il medesimo diritto di
esser tal punto. Peraltro quasi tutte le Nazioni si sono accordate di prender per punto
della longitudine, ossia per primo meridiano l’Isola di Ferro, una delle Canarie. Di là si
trova la longitudine calcolata su quasi tutte le carte.
Se dunque partendo da un dato luogo, si portasse seco un orivolo regolato sul mez-
zodì di quel luogo, e il di cui moto, malgrado l’agitazion del vascello, si conservasse
così uniforme siccome allora, che l’orivolo sta fermo, osservando il mezzodì sul Mare,
si conoscerebbe dalla distanza de’ tempi del mezzo giorno di ciascun luogo, per cui si
passasse, la differenza in longitudine di quel luogo dal luogo donde si fosse partiti. Ec-
co dunque uno de’ mezzi, e quello che si affaccia il primo per trovare la longitudine.
Ma fin qui non si ha tale orivolo, il quale conservi il suo moto abbastanza uniforme.
Se potessero osservarsi sul Mare da tutti gli spettatori nel medesimo instante, i
fenomeni delle immersioni, e delle emersioni dei satelliti di Giove, allora quando di-
scompariscono immergendosi nell’ombra di questo Pianeta, e allora quando ricompa-
riscono emergendosene; siccome dalla Terra si conosce in ciaschedun luogo il mo-
mento di quelle apparizioni, e di questi nascondimenti; così dalla diversità dei tempi,
in cui questi fenomeni fossero scoperti, si conoscerebbe la differenza della longitudi-
ne dei luoghi. Ma per osservare questi fenomeni, è necessario aver degli occhiali lun-
ghi, e il moto del vascello, il quale fa perdere ogni momento tali oggetti, ne rende
l’uso impraticabile.
Vi è in Cielo un altro genere di Fenomeni, il quale si scoprirebbe con degli occhiali
assai corti, ed anche colla semplice vista; questo è il nascondimento delle stelle dello
Zodiaco, allora quando passando per sopra d’esse la Luna, a noi le nasconde, e la loro
emersione, allora quando le lascia ella ricomparire. Si potrebbe valersi di questi feno-
meni per trovare la differenza della longitudine de’ luoghi; Ma sarebbe d’uopo cono-
scere molto esattamente il moto della Luna per determinare i momenti, in cui questi
fenomeni dovessero essere scoperti, e persino ad ora alcuna Teoria della Luna non è
stata bastatamente esatta per poter farne tal uso.
Ecco dunque da che dipende la scoperta della longitudini sul Mare, giacchè sulla
Terra si hanno con molta precisione. 1. Da un Orivolo, il di cui moto non fosse alterato
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