Page 52 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis

3. Ovvero tutte le parti della materia sono anch’esse così varie, quanto tutti i diffe-
renti corpi della natura; ed allora ciascuno di questi corpi sarà composto di parti primi-
tivamente simili a lui; l’Oro non sarà formato se non che di particole d’Oro, il ferro se
non che di particole di ferro, il legno se non che di particole di legno ec.
Nella prima supposizione; sarebbe temerarietà dire che fosse impossibile di dare in
alcuni corpi alle parti della materia un’altra figura, e un’altra disposizione differente da
quella che hanno, e non vi sarebbe bisogno di più per cambiare il piombo, ovvero la
lana in oro.
Nella 2. Non si può dire, che non si potesse giugnere a trovare la dose, e le combi-
nazioni degli ingredienti elementari, necessarj per la produzione dell’oro.
Nella 3. si avrebbe anche meno fondamento di asserire, che alcun corpo della Natura,
eccettuato l’Oro, non contenga delle particole orifiche, e che fosse impossibile d’estrarlene.
Sotto qualunque aspetto dunque, che si consideri la pietra filosofica, non se ne può
provare l’impossibilità; ma è facile vedere la follia di quelli, i quali impiegano il loro
tempo, e i loro beni a cercarla. Il suo prezzo però non è ancora bastantemente grande
per bilanciare il poco di probabilità, che vi è che la possan trovare.



LETTERA XIII

Sopra la longitudine

La scoperta delle longitudini sul mare, può esser situata immediatamente dopo di quel-
le, onde finora abbiamo parlato.
Per dare una giusta idea di questo Problema, è necessario riandare [ad] alcuni prin-
cipi della sfera. La terra, siccome si sa da ognuno, è un globo, ovvero una sferoide così
poco appianata, che si può qui considerarla come globo. La sua rivoluzione sopra il suo
asse fa parere a’ suoi abitatori, che tutti i corpi col Cielo intero, eccettuati i due punti,
che corrispondono alle estremità dell’Asse, girino intorno di essa nello spazio di venti-
quattro ore. Il circolo ugualmente lontano dai due Poli, il quale divide la terra in due
Emisferi si chiama Equatore, e tutti i circoli perpendicolari a quello, i quali terminano a
i Poli, sono le meridiane. Quello di questi ultimi circoli, che passa pel luogo, in cui si
trova ciascun abitante della Terra è il suo meridiano, e in questa posizione si trova il
Sole ogni giorno allora quando è mezzogiorno per lui. Nella medesima posizione si tro-
va successivamente ciascuna stella nel corso di ventiquattro ore. Ciaschedun Popolo
situato sotto un medesino Meridiano ve lo vede arrivare nel medesimo istante; ma tutti
però non ve lo vedono elevato alla medesima altezza.
Un Astro situato al Polo, p. e. sembrerà perpendicolarmente elevato sopra la testa
di colui che si troverà all’estremità del meridiano, che corrisponde al Polo, e apparirà
nell’Orizonte a quello, che li riguarderà dal punto del meridiano, che divide l’Equatore.
Tutti i Popoli, i quali si trovano fra questi due punti del Meridiano vedranno l’astro a
differenti altezze, e dall’altezza, in cui sarà da ciascuno veduto, si conoscerà la distan-
za, in cui si trova dall’Equatore, ossia dall’altezza del Polo, che si chiama la latitudine.
Saprà di trovarsi in un circolo parallelo all’Equatore, la di cui lontananza a lui è palese;


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