Page 50 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis
alimento ciò, che doveva prolungare la vita! E noi si potrebbe giugnere ad iscoprire il più
distinto disegno della Natura se non per via delle più sottili operazioni della Chimica!
Io credo che sia stato piuttosto l’interesse, che l’ignoranza, che ha fatto suppor
nell’Oro il rimedio universale, e inventare l’Oro potabile, e tutte le quinte-essenze, del-
le quali si raccontano maraviglie così grandi. Oltre una certa illusione, che l’Oro può
aver posta nello spirito dei Chimici, estraendo il rimedio loro dalla più preziosa mate-
ria, eglino si sono arrogati il diritto di venderlo a maggior prezzo.
Altri riguardando il sangue come la sorgente della vita, hanno creduto poter ringio-
vinire un vecchio, facendogli scorrere per le vene quello d’un Uomo giovane, e vigoro-
so. Si sono ridotti persino a farne delle sperienze, le quali hanno fatto vedere quanto era
stravagante un siffatto pensiero.
La prima idea, che si presenta è, che essendo il corpo umano una vera macchina,
l’azione la logora insensibilmente, e una data quantità di moto la distrugge. Peraltro se
si riflette che i disordini, i quali le sopravvengono si riparano da sé medesimi, ovvero
tendono a ripararsi, non si può più paragonarla colle macchine ordinarie. È essa una
macchina vegetante, cioè una macchina le di cui parti sono capaci di sviluppamento, e
di accrescimento, e che, posta una volta in moto, tende continuamente a un fisso punto
di maturezza, la quale non è l’età della forza, non è l’età virile, ma solamente la morte.
L’ultimo accrescimento serra il passaggio a i fluidi sottili, che debbono scorrere nei più
minuti vasi, e indura le parti, la di cui morbidezza manteneva la vita. La vegetazione è
compiuta, e l’estremo effetto delle vegetazione, e della vita è la morte.
Dunque il solo mezzo con cui si potrebbe forse prolungare i nostri giorni sarebbe
quello di sospendere, o di rallentare questa vegetazione; e ciò che accade nelle piante,
ed in qualche animale sembra, che ne stabilisca l’idea.
Il rallentamento, ovvero l’accelerazione del moto del succhio prolunga, od abbre-
via sensibilmente la durazione delle piante. Gli agli nelle cantine, il freddo delle quali
impedisce il loro sviluppo, si conservano molto più lungamente, che non farebbero, se
il calore, ed i sughi della terra mettessero le loro parti in azione, al contrario altre pian-
te, od alberi avvezzi al riposo dell’inverno, durano poco se il calore delle stufe gli sfor-
za vegetare in ogni stagione.
Le uova degli Uccelli, e delle differenti spezie degli Insetti sono gli stessi animali
racchiusi nella conchiglia. Vi hanno di già una certa sorta di vita, e si può allungarla
gran tempo facendo ad essi evitare il calore, il quale è il solo agente che conduce a ma-
turità questa vita.
Diversi insetti l’hanno divisa in differenti periodi. Senza parlar di quella, che essi
hanno nell’uovo, e di quella che forse avuta avevano innanzi, usciti dell’uovo, vegeta-
no, e crescono perfino a un termine fisso, in cui perdono in un momento il moto, si tro-
vano in un’altra spezie di uovo sotto gl’inviluppi della Crisalide, i quali a capo di qual-
che tempo essi rompono per ricominciare a vivere di nuovo. Ora non solamente si può
prolungare, e ritardar la vita di questi insetti mentre son essi nell’uovo impedendoli di
schiudersi; ma si può anche prolungarla, ovvero ritardarla allora quando son’essi sotto
forma di Crisalide, tenedoli solamente in un luogo freddo, cioè sospendendo l’attività
del moto delle loro parti. E non si dee credere, che questa prolungazione, o questa dila-
zione che si può dare alla vita di tali insetti, sia poco considerabile, potendo ridursi per-
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