Page 43 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Lettere filosofiche e scientifiche

verso le Bestie, i quali fanno vedere, che Iddio non gli ha lasciati in balia del loro ca-
priccio, e della lor crudeltà. Io non parlo degli Animali, che arrecano nocumento, poi-
chè il diritto che abbiamo sopr’essi non è null’affatto dubbioso, potendo noi trattargli
come assassini, e ladroni. Ma uccidergli a sangue freddo, senza alcuna necessità, e per
una spezie di piacere è egli permesso?
Celebri Autori, i quali hanno scritto dei grossi commentarj sul gius naturale, e sulla
morale, hanno trattato questa questione. È una cosa piacevole vedere in qual vista egli-
no l’hanno presa, e l’astuzia con cui sembra, che abbiano scansato tuttociò, che poteva-
no dire di ragionevole.
I Pittagorici, ed alcuni Filosofi dell’antichità, i quali sembra, che abbino meglio ra-
gionato su questa materia, non apparisce, che si siano fatti scrupolo di uccider le Bestie,
se non che per l’opinione da essi loro tenuta sopra la Metempsicosi. Temevano che
l’Anima del loro Padre, ovvero del loro Figliolo si trovasse attualmente racchiusa nel
corpo di quella Bestia, che erano eglino per iscannare. Seneca, quell’Uomo così ragio-
nevole, e così sottile ci fa sapere, che era egli stato lunga pezza attaccato a questa opi-
nione, senza volersi nutrire della carne degli Animali. Sopra di ciò aggiunge egli un
dilemma singolare, il quale da un grand’Uomo de’ nostri tempi è stato felicemente tra-
sportato a una materia assai più importante. Nel dubbio, dic’egli, in cui noi siamo, il più
sicuro partito è sempre quello di astenersi da tal nutrimento: se la Metempsicosi ha luo-
go, è questo un dovere, se non è vera, è sobrietà.
Ma mi sembra, che vi sia una ragione più decisiva per non creder permesso di
ammazzare, e di tormentare le Bestie. Basta credere, come non è possibile farne a
meno, che sieno capaci di sentimento. È egli d’uopo, che un’Anima sia quella preci-
samente del tale, o del tal’Uomo, perchè non debbasi affliggerla con un sentimento
doloroso? Coloro, i quali ragionassero in questa maniera non potrebbero eglino con-
dursi passo passo ad uccidere, o tormentar senza scrupolo ognuno, che non fosse loro
Parente od Amico?
Se le Bestie fossero pure macchine, l’ucciderle sarebbe un’azione moralmente in-
differente, ma ridicola, poichè sarebbe lo stesso che fracassar un orivolo. [15]
Se hanno esse, io non dico un’Anima molto ragionevole, e capace di un gran nu-
mero d’idee, ma il minimo sentimento, dar loro dolore senza bisogno, è una crudeltà,
ed una ingiustizia. È questa forse la più valida prova di quanto possono sopra di noi
l’abito, ed il costume, i quali nella maggior parte degli Uomini hanno soffocato, ri-
guardo a ciò, qualunque rimorso.
















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