Page 38 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Pierre-Louis Moreau de Maupertuis

3. Finalmente ridurre il tutto alle semplici percezioni dell’Anima; dire che la sua
Essenza è tale, che ella prova da per sè stessa una successione di modificazioni, con cui
attribuisce l’esistenza a degli esseri i quali non esistono: restar sola nell’universo, è una
molto malinconica idea.
Se si riguarda come un’obbiezione contro quest’ultimo sistema la difficoltà
d’assegnar la causa della successione, e dell’ordine delle percezioni: si può rispondere,
che questa cosa è insita nella natura stessa dell’Anima: Ma quando si dicesse, che non
se ne sa niente, voi osserverete che supposti anche degli esseri materiali, ovvero degli
esseri invisibili per eccitare le percezioni che noi proviamo, ovvero anche data
l’intuizione della Sostanza Divina, la causa della successione, e dell’ordine delle nostre
percezioni non ci sarebbe per questo nulla meno sconosciuta. Conciossiacosachè per
qual ragione gli oggetti, dai quali sono eccitate si troverebbero eglino fissati a questa
successione, ed a tal’ordine? Ovvero perchè l’Anima applicandosi alla Sostanza Divina
riceverebbe ella piuttosto una tal data percezione, che un’altra?
4. Io non saprei abbandonare questa materia, senza porre ad esame, che cosa sia
aver un’Anima, e il non averla; anzi che potrebbe parere ad alcuni che da ciò si avesse
dovuto incominciare. Presa in generale questa questione sarebbe essa troppo implicata;
dunque si ristringa, ovvero si prefiggano almeno i confini, dentro cui esaminarla si vuole.
Noi parliamo con filosofi i quali definiscono l’Anima una sostanza pensante, sem-
plice, e indivisibile: il corpo una sostanza estesa, impenetrabile, e mobile. Niuna di
queste proprietà appartiene all’Anima, niuna di quelle appartiene al Corpo.
L’Uomo, è composto di un Corpo, e di un’Anima: ma dopo queste definizioni, che
cosa si può intendere per quel composto? Quale spezie di unione si può trovare fra due
sostanze, le quali non hanno proprietà alcuna comune? Si crederà forse col volgo, che
l’Anima sia racchiusa nel Corpo, siccome essenza, ovvero siccome uno spirito in un
vaso? L’Anima semplice, e indivisibile non esiste alla maniera de’ Corpi; essa non sa-
prebbe occupare alcun luogo, e collocarla anche nel più picciolo spazio è un assurdo
altrettanto grande quanto crederla sparsa per dentro in Pianeta di Saturno.
Di qual sorta può dunque esser l’unione fra l’Anima, ed il Corpo? Ecco ciò che
pensan su questo problema le due più celebri sette de’ moderni Filosofi. L’una, e l’altra
riguarda il corpo come una macchina, nella quale mille nervi, siccome appunto mille
corde tese, e tutti riducentisi al cervello, vi portano tutti gli scuotimenti, che gli oggetti
esteriori in essi accagionano, e trasmettono sino a lui i di lor movimenti.
Secondo una di queste sette, i movimenti trasmessi fino ad una certa parte del cer-
vello, che può chiamarsi il sensorium, sono le cause solamente occasionali della perce-
zione dell’Anima: siccome reciprocamente le percezioni dell’Anima sono le cause oc-
casionali degli scuotimenti del sensorium; i quali tramandati col mezzo dei nervi alle
parti più lontane, producono i moti del Corpo.
Sarà non vi ha dubbio sorprendente cosa il vedere l’inconseguenza, in cui è caduto
l’Autore di questo sistema, dopo aver egli così esattamente definito le due sostenze, ed
averne così rigorosamente decisa l’incompatibilità respettiva. Osservando Cartesio, che
tutti i nervi andavano a terminar nel cervello, dove la mollezza di quest’organo non
permetteva più di seguitarli; vedendo, che mentre tutte le parti del cervello erano dop-
pie, una picciola glandola di forma conica si trovava semplice; egli prese questa parte


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