Page 20 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Federico Focher
mise a Maupertuis di assegnare alle particelle organiche niente più che «une espèce de
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souvenir de son ancienne situation»: ogni molecola del vivente assumeva così ai suoi
occhi la contemporanea funzione di progetto e di mattone, diventando quindi capace di
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interagire ‘intelligentemente’ con le altre particelle per formare un nuovo individuo.
Le ipotesi ‘evoluzionistiche’ e ‘genetiche’ proposte da Maupertuis nelle sue opere
biologiche, in particolare nella Vénus physique e nella Dissertatio (opera oggi cono-
sciuta nelle sue successive edizioni in lingua francese dai titoli: Essai sur la formation
des corps organisés del 1754, e Système de la Nature, del 1756), si fondavano non solo
sulle sue acute riflessioni di filosofo, ma anche sulle sue osservazioni di curioso e atten-
to allevatore. A Berlino, infatti, Maupertuis si era stabilito alla periferia della città, in
una spaziosa abitazione adiacente al parco reale. La sua casa sembrava un vero e pro-
prio zoo: cani, gatti, uccelli di ogni forma e colore vivevano liberi nelle sue sale, il che
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suscitava non di rado il giustificato timore degli ospiti costretti a passare loro accanto.
Qui intraprese diversi tentativi d’incrocio, soprattutto tra cani, di cui era appassionato,
con lo scopo di osservare l’eredità di particolari caratteri, come la colorazione del pelo
o la presenza di dita soprannumerarie.
La curiosità di Maupertuis per i fenomeni ereditari non rimaneva confinata al solo
ambito animale, ma si estendeva anche alla sfera umana, come dimostrato in occasione
dell’esposizione a Parigi del bambino nero affetto da albinismo, un caso trattato este-
samente nella Dissertation del 1744 e poi nella Vénus physique. Tale interesse nella
‘genetica umana’ era probabilmente nato qualche anno prima, proprio a Berlino, quan-
do ebbe occasione di imbattersi in un caso patologico che sembrava confermargli in
pieno la teoria dell’epigenesi e l’eredità biparentale dei caratteri. Il fenomeno clinico
che aveva suscitato la sua curiosità era rappresentato dalla sorprendente frequenza di
casi di esadattilismo nella famiglia di Jacob Ruhe, un noto chirurgo berlinese.
L’ereditarietà di questa malformazione si presentava particolarmente interessante, e
Maupertuis si lanciò con entusiasmo nella sua analisi, che riassumerà sinteticamente
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nella Dissertatio de universali naturæ systemate (1751), per poi pubblicarla in modo
più dettagliato nella Lettre XVII, Sur la génération des Animaux (1752). In questa lette-
ra non solo viene affrontata pionieristicamente l’analisi completa di un albero genealo-
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gico umano, in cui sono indicati, su un periodo di quattro generazioni, sia gli individui
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Maupertuis (1756, p. 158); infra, p. 60. Per un approfondimento, si veda Terrall (2002, pp. 328 sgg.).
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Il panpsichismo di Maupertuis si manifesta soprattutto nel Système de la Nature, dove afferma: «Se
[Dio] ha dotato ciascuna delle più piccole particelle di materia, ciascun elemento, di proprietà simili a ciò
che noi chiamiamo desiderio, avversione, memoria, data per miracolosa la formazione dei primi individui,
i successivi non sono altro che i prodotti di tali proprietà» (Maupertuis 1756, pp. 157-158; infra, p. 59).
Tale posizione panpsichista verrà sottilmente discussa da Diderot nei Pensieri sull’interpretazione della
Natura, paragrafi L-LI; cfr. Diderot (1996, pp. 90-97).
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Cfr. Glass (1947, p. 205).
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Per la versione in lingua francese, cfr. Maupertuis (1756, pp. 159-160); oppure, in traduzione italiana,
Maupertuis (1989, pp. 71-72).
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In realtà lo studio genealogico di Maupertuis aveva un precedente, a lui misteriosamente sconosciuto.
Esso viene citato da Thomas H. Huxley nel suo saggio dell’aprile 1860, The Origin of Species; cfr. Huxley
(1910, p. 307-309): sarebbe la genealogia, riportata da Réaumur nella sua opera L’art de faire éclorre les
oiseaux domestiques (1749), di una famiglia maltese che presentava anch’essa individui affetti da
esadattilismo; cfr. Glass (1947, pp. 200-202).
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