Page 18 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Federico Focher

come pure il loro eccesso o troppa affinità reciproca avrebbe potuto produrre animali
con arti soprannumerari o strutture organiche sproporzionate, cioè i ‘mostri per ecces-
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so’ (monstre par excés). Infine, con grande intuito, giudicò plausibile che improvvise
e casuali alterazioni delle affinità reciproche delle particelle (le chiameremmo oggi
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‘mutazioni’), qualora sostenute dall’accorta «coltivazione» (diremmo oggi ‘selezione
artificiale’), avrebbero potuto dare origine a nuove specie (productions de nouvelles
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espèces); l’esistenza delle quali si sarebbe conservata grazie alla costante e accorta
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attività selettiva dell’allevatore.
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Lanciata la sfida al preformismo, Maupertuis, curiosamente, non si trovò solo
nella sua opera di rivalutazione della teoria materialistica dell’epigenesi: al suo fianco
si schierò subito Buffon. Anzi, non è improbabile che siano state proprio le tesi soste-
nute nella Vénus physique a suggerire all’influente Intendant du Jardin du Roi la teoria
delle molécules organiques e della moule intérieur (stampo interno) che apparirà nel
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volume dell’Histoire naturelle dedicato alla generazione degli animali (1749). D’altro
canto, gli esperimenti condotti da Buffon (benché spesso errati) confermeranno alcune
delle tesi sostenute da Maupertuis. Che tra i due illuministi vi fosse un fitto scambio
d’informazioni e grande stima reciproca è dimostrato non solo dagli scambi epistolari,
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ma anche dalle reciproche ossequiose citazioni presenti nelle loro opere.
La ‘profetica’ visione biologica espressa nella Vénus physique sarà ripresa da
Maupertuis pochi anni dopo nell’Essai de Cosmologie (1751), quando addirittura il ca-
so verrà esplicitamente chiamato in causa per dare ragione dei fenomeni della natura.
Riecheggiando il pensiero democriteo e lucreziano, egli sosterrà, infatti, che, poiché i
primi individui si sono prodotti per caso (hasard), solo un esiguo numero di essi avrà
potuto assumere un’organizzazione tale da soddisfare i propri bisogni e quindi soprav-
vivere fino a noi.

Gli animali senza bocca non potevano vivere, quelli che mancavano degli organi
della generazione non potevano riprodursi: sono rimasti soltanto quelli che aveva-
no in sé un ordine e un equilibrio: le specie che vediamo oggi non sono altro che
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la minima parte di tutte quelle che un cieco destino ha prodotto.



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Cfr. Maupertuis (1767, pp. 76-80).
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Cfr. Maupertuis (1767, p. 129).
48 Cfr. Maupertuis (1767, p. 115).
49 «Ciò che v’ha di sicuro si è, che tutte le varietà che caratterizzar potrebbero le nuove spezie d’animali e
di piante, tendono ad estinguersi: questi sono errori di natura, ne’ quali ella non persevera che con l’arte o col
governo. Le sue produzioni tendono sempre a riassumere la superiorità loro» (Maupertuis 1767, pp. 134-135).
50 La Vénus physique suscitò grande interesse e vari attacchi: fra tutti ricordiamo L’Anti-Vénus physique
pubblicata dal gesuita Basset des Rosiers nel 1746. Cfr. Terrall (2002, p. 225).
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Cfr. Buffon (1769, pp. 78-79).
52
Cfr. la Lettre XVII di Maupertuis (infra, p. 34), e Buffon (1769, p. 244).
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Maupertuis (1751, p. 26). Lo stesso concetto, presente anche in Diderot (Lettre sur les aveugles à
l’usage de ceux qui voient, 1749; cfr. Diderot 1999, p. 55), verrà ripreso anche da Hume nei Dialogues
Concerning Natural Religion (1779): «È cosa vana pertanto insistere sulle funzioni delle parti negli
animali o nei vegetali, sulla precisa rispondenza delle une con le altre. Vorrei proprio sapere come
potrebbe sussistere un animale senza che le sue parti siano rispondenti!» (Hume 1997, p. 161).
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