Page 24 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Federico Focher

Scala Naturæ (diremmo oggi un ramo dell’albero della vita) alla quale noi stessi ap-
parteniamo; manifestazioni come noi dell’unità metafisica del Mondo, semplici «in-
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dividuazioni» della stessa Volontà di esistere.
Maupertuis, dopo aver brevemente delineato nelle varie Lettres lo stato dell’arte
delle scienze dell’età dei Lumi, conclude l’opera con la Lettera XIX, Sopra il progresso
delle scienze: un lungo documento, diretto implicitamente al re Federico II di Prussia,
che prefigura ciò che oggi definiremmo burocraticamente una ‘proposta d’indi-
viduazione di aree strategiche per la selezione di progetti di ricerca finanziati dal Mi-
nistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca’. Nella Lettera XIX Maupertuis
espone, infatti, una rosa di progetti scientifici da sottoporre all’approvazione del mo-
narca e dei suoi ministri, privilegiando quelle imprese che avrebbero richiesto ingenti
finanziamenti, ossia risorse assai superiori alle possibilità economiche dei singoli pri-
vati. Gli ambiti di studio suggeriti dal Presidente dell’Accademia delle Scienze di
Berlino spaziano dall’astronomia alla geografia, dalla chirurgia alla neurologia, dalla
linguistica all’archeologia, dalla geometria alla chimica, dalla microbiologia
all’elettricità, fino a toccare temi tecnologici e metafisici.
Anche in questo caso, come nella Lettera Sopra la generazione degli Animali, al
lettore moderno non possono sfuggire molte acute intuizioni, come per esempio
l’ipotesi dell’esistenza di masse oscure nell’universo che possono attrarre i corpi ce-
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lesti (i buchi neri di oggi?), o la possibile presenza nel continente australe di animali
sconosciuti e strutturalmente diversi da quelli che abitano gli altri continenti. A que-
sto proposito, Maupertuis, fine biogeografo ante litteram, ascrive tale ipotetica pecu-
liarità zoologica al lungo isolamento geografico di quelle terre ancora sconosciute. Si
legge, infatti:

Sarebbe difficile formarsi delle congetture alquanto fondate sopra le produzioni,
e sopra gli abitanti di queste terre; ma vi è una osservazione ben capace di aguz-
zare la curiosità, la quale potrebbe far credere, che vi si troverebbero delle cose
assai differenti da quelle, che si trovano nelle altre quattro parti del Mondo. Si
sa di certo, che tre di queste parti, l’Europa, l’Africa e l’Asia non formano, che
un solo continente; l’America vi è forse unita, ma se ella ne è separata, e che ciò
non sia, se non che per mezzo di qualche stretto, vi sarà potuta essere stata mai
sempre una comunicazione fra queste quattro parti del Mondo, vi si saranno po-
tute estendere le medesime piante, gli stessi animali, gli stessi Uomini di gene-
razione in generazione, tanto quanto la differenza de’ climi avrà loro permesso
di vivere, e di moltiplicarsi, e non avranno ricevute altre alterazioni, che quelle,
le quali avrà potuto arrecare ad essi tal differenza. Ma non può dirsi lo stesso
delle cose, le quali possono trovarsi nelle Terre Australi, poichè non sono esse
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potute uscir fuori del lor continente.




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Cfr. Schopenhauer (1989, pp. 1522-1525).
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«Alcune [stelle] sieno elleno stesse Pianeti luminosi di qualche corpo centrale opaco, ovvero invisibile a
noi» (infra, p. 48).
72 Infra, p. 42.

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