Page 85 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
P. 85







Capitolo 8 – La penalistica europea tra XV e XVIII secolo

In Francia, le proteste contro l’Ordonnance di Villers-Cotterêts del 1539 assumono
toni piuttosto vivaci negli scritti di Jean Constantin, di Charles Du Moulin e, in primo
luogo, di Pierre Ayrault.
Jean Constantin, avvocato presso il Parlamento di Bordeaux, scrive nel 1543 e dà
alle stampe a Parigi nel 1545 i Commentaria in leges regias seu ordinationes de litibus
brevi decidendis recenter editas, informati alla tradizionale metodologia scolastico-
dialettica e caratterizzati da un ricco apparato dottrinale. L’autore si propone di dimo-
strare come in Francia da un lato vi sia stata una rilevante influenza della criminalistica
dotta italiana (ad esempio in materia probatoria), e dall’altro si sia registrato uno svi-
luppo almeno in parte autonomo del modulo inquisitorio – culminato nell’Ordonnance
di Villers-Cotterêts – con caratteri assai più rigidi e repressivi di quelli riscontrabili al-
trove. Constantin si oppone apertamente a questa scelta e all’eccesso di severità che ne
consegue, e appunta le proprie critiche specialmente sui limiti posti alla difesa tecnica
in seguito all’esclusione degli avvocati dalla procedura.
7
Charles Du Moulin – che dedica all’Ordonnance del 1539 un apposito Commentaire –
suggerisce da parte sua di restringere per quanto possibile, mediante una attenta esegesi
testuale, la portata degli articoli maggiormente segnati dall’«iniquità barbarica»»
(«barbarica iniquitas»), segnatamente in ordine alla compressione dei diritti della difesa.
Sul punto, Du Moulin non esita a prendersela direttamente con le «tiranniche opinioni»
dell’estensore dell’Ordonnance, l’«empio» («impius») cancelliere Guillaume Poyet. In
particolare, egli si compiace del fatto che l’«iniquissima durezza grazie alla quale anche
la difesa viene tolta» («duritiem iniquissimam per quam etiam defensio aufertur») si sia
ripercossa per volontà divina sullo stesso Poyet. In occasione del processo a carico del
cancelliere per peculato, concussione ed abuso di potere (sfociato nel 1545, come
abbiamo visto, in una pesante condanna) i giudici hanno infatti deciso di continuare ad
applicare il rigido divieto inserito da Poyet nell’Ordonnance di Villers-Cotterêts («sed
nunc iudicio Dei redundat in authorem, quia maior pars iudicum voluit hanc servarem
constitutionem»), e gli hanno negato – rileva non senza soddisfazione Du Moulin –
qualsiasi possibilità di accedere alla difesa tecnica.




8.4. Polemica umanistica e idealizzazione del modello accusatorio nell’opera
di Pierre Ayrault

Le pagine di maggiore interesse e di maggiore tensione ideale nella polemica contro le
forme inquisitorie sanzionate dalle legislazioni statali che si sviluppa in Francia nel






7 Charles Du Moulin (Parigi 1500 – ivi 1566) è uno dei protagonisti della cultura giuridica europea del
XVI secolo: esponente di spicco della Scuola Culta, è il principale commentatore della Consuetudine di
Parigi. I suoi Commentaires all’Ordonnance di Villers-Cotterêts sono consultabili nel secondo volume
dell’Opera omnia (Parigi 1581) e in un’edizione apparsa a Parigi nel 1637 (Commentaire de maître
Charles Du Moulin sur l’Ordonnance du grand roy François I.er de l’an 1539).

75
   80   81   82   83   84   85   86   87   88   89   90