Page 80 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Ettore Dezza – Lezioni di storia del processo penale

nempe ordinarie, accusatione; rursum extraordinarie, denunciatione, exceptione, et
inquisitione»).
I caratteri distintivi di ciascuna tipologia procedurale sono poi brevemente sintetizzati
in agili capitoletti (non particolarmente originali ma indubbiamente nitidi e facilmente
utilizzabili nella pratica forense), che non discutono quale possa essere il modello più
funzionale né indicano espressamente quale sia il più diffuso. Risalta però il fatto che
all’inquisitio sia dedicato uno spazio decisamente più ampio, specie in rapporto agli
istituti della publica fama e del crimen notorium, che consentono in ogni caso l’avvio
del procedimento e che per questo motivo vengono delineati con particolare cura. Nel
contempo la Praxis non esita a sottolineare come la procedura inquisitoria ex officio,
nonostante il carattere ‘ufficiale’ di rimedio straordinario, sia sempre ammessa al fine
di perseguire i reati più gravi.
Efficace ma scarsamente problematica, la descrizione che Damhouder offre dei dif-
ferenti moduli processuali consegue direttamente a una sistematica che, come abbiamo
già notato in precedenza, risulta largamente diffusa nella dottrina penalistica di area
italiana durante il basso Medioevo. Il fatto dunque che questa Praxis fiamminga venga
data alle stampe quasi contemporaneamente al Liber Quintus di Giulio Claro non deve
far dimenticare che in realtà l’opera è stata scritta nei primi anni del Cinquecento e ri-
specchia sostanzialmente la situazione dottrinale della seconda metà del XV secolo.




8.1.2. Benedict Carpzov
Assai più vicina all’impostazione di Claro nella materia considerata è invece, dopo ot-
tant’anni, la Practica nova rerum criminalium, pubblicata a Wittenberg nel 1635 da
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Benedict Carpzov, sodo giurista pratico di fama europea. La Practica nova, opera di
straordinario successo, rappresenta indubbiamente una delle più complesse e interes-
santi manifestazioni della criminalistica dell’età barocca. In questa sede non ne discu-
tiamo peraltro gli aspetti generali e la più o meno accentuata fedeltà alla tradizione.
Come testé accennato, ciò che importa ai fini della presente indagine è porre in eviden-
za come, nell’opera del criminalista di Wittenberg, la discussione sul modello procedu-
rale prenda esplicitamente le mosse proprio dalle pagine di Giulio Claro.
Carpzov, infatti, concorda pienamente con il giurista alessandrino quando questi
afferma che le forme processuali sono essenzialmente due, ex officio e su istanza di
parte (ad instantiam partis), e che le rimanenti, variamente enumerate dalla dottrina, sono

2 Benedict Carpzov (Wittenberg 1595 - Lipsia 1666) si laurea a Wittenberg nel 1619. Dopo un viaggio di
formazione in Italia, Francia e Inghilterra, dal 1620 entra a far parte, a Lipsia, del tribunale scabinale
(Schöppenstuhl) della Sassonia, nel quale opera per quasi tutta la vita pur rivestendo altri importanti
incarichi giurisdizionali e amministrativi. Nel 1645 è nominato professore presso la facoltà legale
dell’Università di Lipsia. Nel 1648 assume la presidenza dello Schöppenstuhl, che conserva fino alla morte
con un intervallo dal 1653 al 1661, quando è chiamato a Dresda come consigliere del principe elettore di
Sassonia. Oltre alla Practica nova imperialis saxonica rerum criminalium (frequentemente riedita fino al
maturo Settecento), è autore di altre opere che mirano a una descrizione sistematica ed esauriente dei vari
rami del diritto, tra le quali si segnalano la Iurisprudentia forensis romano-saxonica (Francoforte 1638), i
Responsa iuris electoralis (Lipsia 1642), la Iurisprudentia ecclesiastica (Hannover 1649).

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