Page 79 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Capitolo 8
La penalistica europea tra XV e XVIII secolo e le reazioni
dottrinali al modello inquisitorio
8.1. I giuristi fedeli al sistema
Nei territori europei aperti all’esperienza del diritto comune è possibile rilevare, tra il
XV e il XVIII secolo, il manifestarsi di un robusto e diffuso filone dottrinale che, in
ordine al rapporto tra accusa e inquisizione, appare largamente ispirato alle posizioni
maturate tra Quattro e Cinquecento nella dottrina italiana, ne recepisce le idee e i meto-
di, e mostra altresì un’evoluzione per molti versi parallela.
Una pur rapida e superficiale indagine, condotta a campione su alcune tra le più
conosciute opere del periodo indicato, è sufficiente per confortare tale affermazione.
8.1.1. Joost Damhouder
Iniziamo dai Paesi Bassi e dalla Praxis Rerum Criminalium di Joost Damhouder. Pub-
blicata ad Anversa nel 1554, l’opera riprende e aggiorna una Pratica criminale compo-
1
sta verso il 1510 da un altro giurista fiammingo, Philip Wielant. Siamo di fronte a un
tipico prodotto del diritto comune europeo, che non evoca se non eccezionalmente il
diritto locale e che ha una notevole diffusione editoriale in tutto il continente, testimo-
niata dalle numerose ristampe e traduzioni (in francese, fiammingo e tedesco).
Nella Praxis di Damhouder la questione della forma del processo penale viene
sbrigativamente risolta in via preliminare facendo ricorso a uno schema già ben noto e
sfruttato in dottrina, e cioè alla contrapposizione tra l’accusa come rimedio ordinario e i
rimedi straordinari rappresentati dalla denuncia, dall’eccezione e dall’inquisizione:
È ora necessario avvertire che la notizia del reato perviene al giudice in vari e
molteplici modi, e precisamente in modo ordinario, mediante l’accusa, e al contrario
in modo straordinario, mediante la denuncia, l’eccezione e l’inquisizione
(«Signandum nunc est, crimina variis multisque modis ad iudicis pervenire notitiam,
1 Philip Wielant (Gand 1441 - 1520), presidente del Consiglio di Fiandra e membro del Gran Consiglio di
Malines, lascia manoscritte una Practijke Criminele (1510) e una Practijke Civile (1506-1516) che, con
annotazioni e aggiunte, vengono pubblicate nell’originale fiammingo e nelle traduzioni latina e francese, a
partire dal 1554 e dal 1558, a opera di Joost Damhouder (Bruges 1507-Anversa 1581), magistrato e
funzionario, sotto l’imperatore Carlo V, dell’amministrazione finanziaria dei Paesi Bassi spagnoli, e
coautore, nel 1570, delle Ordonnances Criminelles/Criminele Ordonnantien volute dal Duca d’Alba.