Page 133 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Capitolo 11 – Costruzioni ideali e proposte concrete alle soglie della codificazione

accusa e inquisizione. Pagano si fa dunque guidare, oltre che dalle conoscenze e dalle
convinzioni giuridiche, politiche e filosofiche, anche dall’esperienza personale, come
egli stesso conferma nella prefazione alle Considerazioni:

«Non sono le mie considerazioni il solo prodotto della sterile meditazione, ma so-
prattutto dell’esperienza. Pars maxima fui».
Due ulteriori punti fermi nelle concezioni di Pagano sono rappresentati dal radicato ri-
spetto per l’esperienza storica, «censura dei secoli trascorsi, e norma insieme
dell’avvenire», e (quantomeno nelle Considerazioni) dalla fiducia nel sovrano riforma-
tore. Quanto al primo punto, Pagano avverte che:

Ciò, che pur è stato una volta, può ben esser di nuovo, quando le posizioni e le
circostanze presenti o poco o nulla dalle passate si discostano.

Quanto al secondo, rileva che:
quando la filosofia per bocca degl’illuminati ministri osa avvicinarsi al trono,
quando ella dai più amabili dei Sovrani viene placidamente accolta, non vi ha ti-
more alcuno nel modestamente proporre l’ingenua verità.

Pagano, che vede nel sistema penale l’indicatore privilegiato del grado di civiltà rag-
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giunto da un popolo, istituisce uno stretto rapporto tra legislazione criminale, sicurezza
del singolo e libertà civile. La libertà civile consiste nella facoltà di usufruire dei diritti
di cittadinanza «senza impedimento alcuno»; essa viene meno «soltanto allora, che im-
punemente il cittadino offender si può, che certa e stabile pena non arresti, o punisca
l’offensore», ed è quindi conseguenza diretta della tranquillità e della sicurezza, a loro
volta garantite solo da opportune leggi criminali. Sulla base di tale osservazione, Paga-
no sostiene che la libertà civile dipende in generale dalla legislazione penale e in parti-
colare «dai pubblici giudizi», che della legislazione penale costituiscono «l’oggetto più
principale, e più interessante»:

Il criminale processo, stabilendo la forma dei pubblici giudizi, è la custodia della
libertà, la trinciera contro la prepotenza, l’indice certo della felicità nazionale.
La soluzione del problema penale – un problema essenzialmente processuale – si riduce
allora anche per Pagano nella conciliazione di due principi a prima vista contrastanti, il
«pronto ed esatto punimento dei rei» e la «libertà civile». Una nazione potrà dirsi mo-
derna e civile solo quando avrà individuato:


5 Nell’Introduzione alle Considerazioni si legge a tale proposito il seguente passo (pp. 10-11): «Se ti
sospinga mai la fortuna su i lidi d’un popolo ignoto, e se brami tu sapere, se il brillante giorno della coltura
ivi dispanda la sua benigna luce, o pur se le tenebre dell’ignoranza, e della barbarie l’ingombrino d’orrore
[…] apri il suo codice penale, e se ritrovi la sua libertà civile garentita dalle leggi, la sicurezza e tranquillità
del cittadino al coverto della prepotenza e dell’insulto, francamente conchiudi, ch’egli sia già colto e polito
[…] Ma dove l’uomo non è, né sicuro, né tranquillo, ivi né industre, né ricco, né saggio esser potrà giammai.
La civile coltura e grandezza è una sublime, e vasta pianta, di cui la radice è la libertà civile».

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