Page 98 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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80 Z. Cattaneo, J.T. Devlin, C. Lega, T. Vecchi

fissazione che vengono proiettate all’emisfero destro e quelle a destra
all’emisfero di sinistra. Questa teoria è sostenuta da alcuni studi sull’orthographic
neighborhood effect (N): questo effetto si riferisce al fatto che parole che sono
ortograficamente simili a una parola target (per es. che hanno lo stesso numero di
lettere e differiscono per un’unica lettera) competono con essa durante il
riconoscimento visivo, e il livello di competizione varia in funzione della frequenza
relativa della parola target e dei suoi competitori (Coltheart et al. 1977). Lavidor e
Walsh (2003) hanno dimostrato che stimolando a 8 Hz per 500 ms la corteccia visiva
destra, ma non sinistra, si estingue il normale fenomeno N. In generale, il fatto che la
stimolazione della corteccia visiva di destra interferisca con l’orthographic
neighborhood effect dimostra che essa è implicata nella capacità di rispondere alle
lettere iniziali delle parole, supportando così la split-fovea theory.
Oltre alla corteccia visiva, alcuni studi si sono concentrati sul coinvolgimento
della corteccia parietale posteriore nel processo di lettura e, prima ancora, nel
riconoscimento delle lettere. Leff e colleghi (2001) hanno dimostrato che a una
stimolazione (10 Hz per 1.5 s) della corteccia parietale posteriore sinistra (PPC)
determina un rallentamento dei movimenti degli occhi tra le parole, suggerendo
che quest’area sia necessaria per guidare le saccadi durante il processo di lettura.
Altri ricercatori (Braet, Humphreys 2006) hanno riscontrato che una stimolazione
(20 Hz per 150 ms) sulla PPC destra porta ad una significativa interferenza per
parole presentate con lettere miste (per esempio ‘CaSa’), suggerendo che questa
regione sia importante nell’allocazione di risorse attentive necessarie al
riconoscimento visivo delle parole. Infine, sembra che l’attivazione della corteccia
parietale posteriore sinistra sia responsabile della decodifica delle lettere
indipendentemente dalla loro forma visiva, come dimostrato da un nostro studio
di TMS (Cattaneo, Rota et al. 2009). In quello studio abbiamo utilizzato una tecnica
di adattamento visivo per manipolare lo stato iniziale di attivazione dei neuroni
per alcune lettere prima della stimolazione di TMS. La fase di adattamento era
seguita da un compito di detezione delle medesime lettere usate nell’adattamento
(ma presentate in un carattere differente) o di lettere nuove. I risultati hanno
dimostrato che la TMS a singolo impulso sulla PPC sinistra (ma non destra)
modificava l’effetto di adattamento facilitando la detezione di lettere cui i soggetti
erano stati adattati (e alle quali rispondevano più lentamente), mentre non aveva
nessun effetto sulle lettere non adattate. Questi dati confermano non solo una
selettività astratta per le lettere della PPC sinistra ma, poiché le lettere adattate e
quelle target venivano presentate in diversi caratteri, anche un suo ruolo causale
nell’elaborazione di lettere indipendentemente dalla loro forma visiva.






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