Page 101 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Stimolazione cerebrale e linguaggio 83
target nella categoria ‘naturali’ o ‘artificiali’; le parole target erano metà di
genere femminile e metà di genere maschile. I risultati hanno evidenziato che
nella condizione di controllo di non stimolazione, i soggetti sono più lenti a
rispondere agli esemplari della categoria saturata, mentre l’applicazione della
TMS sull’area di Broca sembra rimuovere l’effetto comportamentale legato alla
saturazione. Nel complesso questi dati suggeriscono che rappresentazioni
neurali del genere grammaticale dei nomi siano almeno in parte dissociabili e
dimostrano il ruolo causale del giro frontale inferiore sinistro nell’elaborazione del
genere grammaticale.
4. Eccitabilità motoria, discorso e linguaggio
Una delle prime applicazioni della TMS in ambito clinico ha riguardato la
verifica dell’integrità del sistema motorio, in particolare del tratto cortico-
spinale. Un singolo impulso di TMS sulla corteccia motoria primaria produce
una contrazione involontaria dei muscoli controlaterali, cambiamento che è
possibile registrare dal muscolo di interesse attraverso l’elettromiografo (EMG).
L’impulso di TMS induce, infatti, la depolarizzazione di interneuroni motori, a
cui consegue un’attivazione del tratto cortico-spinale (per via trans-sinaptica).
L’attività evocata che viene a generarsi si traduce in twiches muscolari, detti
Potenziali Motori Evocati o MEP. Evocare un MEP sui muscoli della mano non è
particolarmente complesso; ma quando si intende registrare un MEP dai muscoli
deputati alla produzione linguistica, come i muscoli della faccia o della lingua,
possono intervenire alcuni artefatti.
Una prima difficoltà è legata alla localizzazione anatomica del volto nella
corteccia motoria. Pensando all’homunculus motorio, la rappresentazione della
faccia è più laterale e ventrale rispetto alla rappresentazione della mano ed è
inserita nella parte interna del solco centrale. Inoltre, i muscoli del viso
raramente si trovano in una condizione ideale di registrazione, ovvero muscoli
che sono a completo riposo. Perciò, la stimolazione di queste aree appare più
complessa e l’intensità richiesta per elicitare un MEP nei muscoli del volto è
maggiore di quella richiesta per i muscoli della mano.
Un altro aspetto rilevante è legato alla generazione di artefatti. Nei muscoli
della mano, la latenza di risposta di un MEP è di circa 20 ms dopo la
stimolazione, mentre nei muscoli della faccia e della lingua è significativamente
più breve. Questa caratteristica fa sì che il MEP possa facilmente essere oscurato
da un artefatto elettromiografico causato da una scarica del coil (artefatti simili si
possono evidenziare in diversi studi di EEG/TMS). Inoltre, la stimolazione sullo