Page 92 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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74 Z. Cattaneo, J.T. Devlin, C. Lega, T. Vecchi

nella cura della depressione, dell’emicrania, dei sintomi del Parkinson, etc.)
ed ha permesso di studiare i fenomeni di plasticità cerebrale in pazienti
neurologici al fine di mettere a punto migliori protocolli riabilitativi.


2. Stimolazione a correnti elettriche dirette (tDCS)

Il meccanismo di azione della tDCS si basa sulla modulazione dell’attività
neuronale spontanea. La tDCS induce infatti modificazioni dell’eccitabilità
corticale che perdurano al termine della stimolazione. La tDCS è quindi
considerata una tecnica di neuromodulazione e non di neurostimolazione vera e
propria poiché, diversamente dalla TMS, non induce un potenziale d’azione
nelle membrane neuronali, ma polarizza i tessuti esposti e modifica la spontanea
eccitabilità e attività neuronale attraverso un’iperpolarizzazione o una depola-
rizzazione del potenziale di membrana a riposo.
La corrente viene trasmessa attraverso una coppia di elettrodi – anodo e
catodo – di dimensione variabile tra i 25 e i 35 cm . Gli elettrodi vengono rivestiti
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da spugne inumidite in una soluzione salina, quale il cloruro di sodio, così da
diminuire l’impedenza del flusso elettrico.
L’efficacia della tDCS dipende da alcune variabili:
 densità della corrente: definisce la forza dei campi elettrici ed è
direttamente proporzionale alla dimensione dell’elettrodo (Nietsche,
Paulus 2000);
 durata della stimolazione: mantenendo costante l’intensità, ma
aumentando la finestra temporale di esposizione alla corrente, si
manipola la durata e l’intensità degli effetti successivi (Nietsche,
Paulus 2000);
 orientamento del campo elettrico: generalmente viene definito dalla
posizione e dalla polarità degli elettrodi. A livello corticale ciò che si
osserva è che l’anodo porta a un aumento dell’eccitabilità della
corteccia sottostante, mentre il catodo porta a una riduzione
dell’eccitabilità, sebbene gli effetti della stimolazione catodica siano
meno chiari di quella anodica. Per quanto riguarda il posizionamento
degli elettrodi, l’elettrodo ‘attivo’ (anodo se si vuole aumentare
l’attivazione dell’area o catodo se la si vuole ridurre) viene localizzato
sull’area target, mentre l’elettrodo di riferimento viene generalmente
posizionato o sull’area sopraorbitale oppure sull’avambraccio (deltoide).





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