Page 87 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Il contributo della stimolazione cerebrale alla comprensione

dell’organizzazione del linguaggio

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Zaira Cattaneo, Joseph T. Devlin, Carlotta Lega, Tomaso Vecchi 3
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1 Università degli Studi di Milano-Bicocca, University of Oxford,
3 Università degli Studi di Pavia





1. La stimolazione magnetica transcranica (TMS)

La TMS si basa sull’applicazione di un campo magnetico sullo scalpo mediante
una bobina (coil). Grazie al fenomeno dell’induzione magnetica descritto per la
prima volta da Faraday nel 1831, il tessuto neuronale sottostante il coil è soggetto
a un flusso di corrente che provoca la depolarizzazione neuronale; tale attività
elettrica modula quindi temporaneamente l’attività cerebrale della regione
stimolata (Jahanshahi, Rothwell 2000; Pascual-Leone et al. 2000). La stimolazione
introduce un rumore transiente – una sorta di ‘lesione virtuale’ – nell’elaborazione
neurale che sta avvenendo: ciò si traduce in reazioni osservabili a livello
comportamentale. Per esempio, se viene stimolata un’area che è necessaria
all’esecuzione di un compito in atto, la stimolazione può tradursi a livello
comportamentale in tempi di risposta più lunghi o in un maggior numero di
errori nel compito (Pascual-Leone et al. 1999; Walsh, Rushworth 1999); questo di
fatto suggerisce una relazione causale tra la regione che viene stimolata e il
compito comportamentale che è eseguito.
Affinché la stimolazione di un’area che ha un ruolo critico in un
determinato compito porti a un cambiamento effettivo nel livello di prestazione
è necessario che:
a. il coil sia posizionato correttamente per stimolare il sito desiderato;
b. la stimolazione sia data al momento giusto;
c. la stimolazione sia sufficientemente intensa da introdurre un ‘rumore’
nell’elaborazione dell’informazione che avviene in quell’area.









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