Page 63 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Gli ERP nello studio dei processi di comprensione frasale 45

semantica e sintattica all’interno del contesto frasale fino a quel punto elaborato)
si possano sovrapporre altri processi sia specifici della comprensione del lin-
guaggio, come i processi di riavvolgimento (wrap-up), ipotizzati da Just e Car-
penter (1980), sia processi legati all’elaborazione del messaggio o all’esecuzione
di un eventuale compito annesso alla comprensione. Quando possibile, risulta
quindi conveniente porre la manipolazione di interesse in una posizione non
finale in modo da poter valutare separatamente sia gli effetti on-line immediati,
tramite la valutazione degli ERP elicitati dalla parola target all’interno della fra-
se, che a fine frase, tramite la valutazione degli ERP elicitati dall’ultima parola
della frase nelle due condizioni (De Vincenzi, Di Matteo 2004, p. 19).
Per quanto riguarda la modalità di presentazione delle frasi in un esperi-
mento ERP, essa può essere svolta sia in modalità visiva sia in modalità acusti-
ca. La modalità visiva ha come vantaggi la maggior semplicità nella prepara-
zione degli stimoli, la possibilità di regolare in modo semplice la velocità della
presentazione e richiede il controllo di un numero minore di variabili. Ad e-
sempio in modalità acustica vanno controllate la dimensione della coorte e il
punto di unicità di una parola, le durate di sillabe e parole, la prosodia di pa-
role precedenti e successive al target, soprattutto per frasi contenenti violazio-
ni; anche le caratteristiche della voce dello speaker possono avere delle in-
fluenze. D’altro canto in modalità scritta vanno evitati i movimenti oculari e
altri artefatti motori; per tale motivo le frasi vengono solitamente presentate
parola per parola a un ritmo di presentazione fisso al centro dello schermo; la
dimensione dei font, la distanza dal monitor e la lunghezza massima delle pa-
role presentate devono essere tali che le parole possano essere lette adeguata-
mente senza saccadi. Il ritmo di presentazione deve essere tale da permettere
una buona lettura e al contempo minimizzare la sovrapposizione dei processi
cognitivi e dei potenziali evocati di una parola e della successiva. Tipicamente
la presentazione avviene lasciando ogni parola sullo schermo per una durata
fra i 200 ms e 300 ms seguita da un blank (schermo vuoto) di ugual durata. In
questo modo la latenza fra la presentazione di una parola e la successiva è di
circa mezzo secondo, permettendo una relativa separazione temporale dei cor-
relati ERP delle singole parole e mantenendo al contempo un ritmo di lettura
piuttosto naturale. Chiaramente tale modalità di presentazione è innaturale in
quanto sia parole corte e frequenti che lunghe e infrequenti sono presentate
per la stessa durata mentre nella lettura naturale brevi parole funzione sono
lette in tempi molto inferiori se non percepite in posizione parafoveale durante
la lettura libera (vedi Porta, Rastelli in questo volume).
Per quel che riguarda la modalità acustica la difficoltà principale consiste
nel decidere quale sia il punto di presentazione della parola all’interno del
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