Page 207 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Lo studio dei tracciati oculari (eye-tracking) nella ricerca sul linguaggio 189
agente) I risultati riportati in Griffin, Bock (2000) e Bock et al. (2004) sono però
ancora quasi totalmente congetturali.
5.3. I movimenti degli occhi durante la lettura
I movimenti degli occhi sulle parole di un testo scritto sono in parte determinati
dalla forma e dal significato delle parole, in parte da fattori oculomotori. Gli im-
pulsi provenienti dal muscolo costrittore e dal muscolo dilatatore dell’iride sono
quelli che permettono l’oculomozione intrinseca o involontaria della parte del
globo oculare deputata alla fissazione delle immagini (e quindi della forma gra-
fica delle parole) sulla retina. Il movimento di questi muscoli è influenzato dalla
luce, dal colore e dalla lontananza o vicinanza degli oggetti che vengono fissati.
Probabilmente i movimenti involontari sono dunque influenzati anche da alcuni
aspetti fisici e grafici del testo che viene letto. L’oculomozione intrinseca invece
non è per nulla influenzata dagli aspetti linguistici del testo. La premessa irri-
nunciabile di ogni studio di eye-tracking sul linguaggio è una premessa di carat-
tere fisiologico: il dove e il quando nei movimenti oculari vanno distinti accura-
tamente. La decisione su quando muovere gli occhi dipende dal processing lin-
guistico, mentre la decisione sul dove muovere gli occhi (che viene evidenziata
per esempio dalla misurazione della lunghezza e del ‘luogo di atterraggio’ della
saccade) è determinata da fattori legati alla visione, tra i quali soprattutto
l’identificazione dei confini della pagina, la forma del testo, la lunghezza della
riga. Per riassumere: se la frequenza di una parola ha effetto sul quando, la lun-
ghezza e la posizione di una parola in una riga di testo può condizionare invece
il dove si muove lo sguardo dei lettori (Rayner, Liversedge 2004). Sembra che la
maggior parte del tempo impiegato nella fissazione di una parola sia usato per il
suo riconoscimento e la sua comprensione piuttosto che per la sua visualizza-
zione, cioè per la corretta identificazione dei confini e per il riconoscimento dei
tratti grafici salienti delle lettere che compongono le parole. Dunque l’impatto
sulle metriche di lettura dei movimenti involontari di aggiustamento sembra
essere contenuto, anche se non è mai trascurabile, specialmente nel confronto tra
scritture alfabetiche e scritture non alfabetiche.
Nell’analisi dei movimenti oculari durante la lettura di un testo scritto le fis-
sazioni e le saccadi vengono messe in relazione con la facilità o difficoltà di pro-
cessazione. Rispetto agli studi non linguistici, i ricercatori si preoccupano anche
di misurare la relazione tra area foveale e confine di parola. Una singola fissa-
zione su una parola dura in media dai 50-100 ms secondo alcuni studi (Staub,
Rayner 2007) e di 200-250 ms secondo altri (Rayner, Sereno 1994). In media la