Page 210 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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le di via libera e gli occhi programmano una saccade in avanti. I processi sintat-
tici intervengono nel controllo dei movimenti oculari soltanto se qualcosa va
storto, cioè solo se la parola che viene fissata non viene identificata o non può
essere immediatamente integrata con le parole che la precedono. In quel caso il
sistema cognitivo manda al sistema oculomotorio un segnale di arresto o di re-
gressione. Dunque nel modello E-Z, l’identificazione delle parole è l’unico se-
gnale che gli occhi si possono muovere in avanti.
Secondo questo modello, gli aspetti percepibili della pagina stampata sono
proiettati dalla retina in un sistema di processing visuale che procede di parola
in parola a seconda delle limitazioni dell’acuità visiva. Le informazioni spaziali
(i confini di parola) sono utilizzate dal sistema oculomotorio per programmare il
target delle saccadi. Invece le informazioni linguisticamente rilevanti sono pas-
sate al sistema di identificazione della parola. Il primo livello di questo sistema è
costituito dal processing lessicale. Se il tentativo di identificazione lessicale ha
successo, il sistema segnala al sistema oculomotorio che può programmare la
saccade successiva. Anche l’attenzione viene quindi spostata alla parola succes-
siva. Programmazione della saccade e spostamento dell’attenzione alla parola
successiva – benché fenomeni connessi – non sono appaiati. Nel modello E-Z il
costrutto psicologico dell’attenzione non corrisponde alla capacità di ‘orienta-
mento spaziale’ degli occhi sul testo scritto, ma ciò che permette il regolare svol-
gersi del processo di integrazione degli aspetti (features) che permettono il rico-
noscimento delle parole e la loro integrazione nel discorso. I movimenti oculari
non dipendono quindi dallo spostamento in avanti (volontario) del focus atten-
tivo, ma dal successo del tentativo di riconoscimento immediato delle parole.
Secondo il modello del lettore E-Z, sia il movimento seriale degli occhi sulle pa-
role che si susseguono in un testo sia il processo di riconoscimento immediato di
alcuni aspetti delle parole sono processi meccanici che precedono lo shift attenti-
vo (volontario) vero e proprio.
5.6. L’assunzione ‘no eye-mind span’
L’assunzione di base del modello E-Z è che la variabilità di regressioni, fissazio-
ni e lunghezza delle saccadi è dovuto al processing linguistico durante la lettura.
Quando il testo è difficile, il lettore fa fissazioni più lunghe, saccadi più brevi e
più regressioni (Rayner, Sereno 1994, p. 59). La no eye-mind span assumption è
un’assunzione ancora più basilare: c’è una corrispondenza diretta e immediata
tra sguardo e processazione. Tutta la processazione di una parola deve essere
terminata prima che gli occhi abbiano lasciato quella parola. L’assunzione è in