Page 208 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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saccade copre 7-9 caratteri, ma può arrivare fino a 20. Nei lettori esperti, il 90%
delle saccadi è in avanti (Staub, Rayner 2007). Nei lettori meno esperti (e negli
apprendenti di seconde lingue) il numero delle regressioni aumenta e la lun-
ghezza delle saccadi diminuisce. Ogni saccade ha un tempo di programmazione
(periodo di latenza) piuttosto lungo, che può durare fino a circa 150 ms. È pro-
babile che la programmazione della saccade inizi parallelamente alla decisione
sul target del movimento, cioè è probabile che le decisioni su dove e quando
muovere lo sguardo siano prese assieme (Rayner, Simon 2004). Nell’esecuzione
delle saccadi, la metà delle volte le ‘parole funzione’ (articoli, preposizioni), le
parole molto brevi e le parole molto predicibili sono saltate. Per esempio,
l’articolo inglese ‘the’ è fissato all’incirca il 20% delle volte (Rayner, Sereno 1994).
In particolare, le parole brevi sono facilmente identificate e processate durante la
fissazione sulla parola che le precede (Staub, Rayner 2007). Esiste dunque una
relazione sistematica tra skipping e tipo di parola. Parole di tre lettere o meno
hanno più probabilità di essere saltate. Parole di sei lettere sono quasi sempre
fissate e parole di otto lettere o più non sono quasi mai saltate.
La relazione tra area foveale e confine di parola è cruciale per gli studi
di eye-tracking sul linguaggio. La regione foveale ha circa 2° di angolo
visuale, che corrispondono a 3-4 caratteri a destra e a sinistra della fissazione
(o sei-otto caratteri in tutto; Rayner, Sereno 1994). La regione parafoveale ha
circa 5° di angolo visuale. Secondo alcuni studiosi non si può estrarre
informazione linguisticamente rilevante da questa zona, ma solo indicazioni
sulla forma del testo (Staub, Rayner 2007). Vedremo che questo punto è però
dibattuto (Paragrafo 5.6.). Il perceptual span o ‘area percettiva’ è la la regione
in cui si possono identificare le parole. Questa regione corrisponde a circa 3-
4 caratteri a sinistra e 7-8 caratteri a destra della fissazione. Il perceptual span
è la porzione del testo da cui il lettore ottiene informazione durante una
singola fissazione. Spesso il perceptual span coincide con la singola parola o
addirittura con un’unica fissazione si identificano una o due parole. Il
perceptual span nei lettori alfabetici ha un’asimmetria verso destra. Nelle
teorie modulari sul processing (Rastelli 2013, Capitolo 1), il perceptual span
viene fatto corrispondere al processing window, cioè a una delle unità di
analisi incrementale in cui ogni frase viene spezzettata e che ricevono
immediatamente un’interpretazione sintattica. Lo sguardo dei lettori di
solito cade sulle parole in una posizione prestabilita. La posizione visuale
ottimale (optimal viewing position, OVP) è tra l’inizio e la metà della parola.
L’occhio destro e l’occhio sinistro iniziano il movimento utile alla fissazione
nello stesso momento ma ‘atterrano’ a una distanza circa di 1,5 caratteri
l’uno dall’altro. Durante la fissazione i due occhi si riavvicinano (Rayner,
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