Page 198 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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esempio, nel seguito si presentano brevemente due interfacce a controllo oculare
sviluppate presso l’Università di Pavia, le quali utilizzano entrambe l’eye-tracker
Tobii 1750 descritto nel Paragrafo 2.4.
4.2.1. Eye-S, un sistema di scrittura puramente oculare
Eye-S è un sistema a controllo oculare progettato principalmente per fornire in-
put testuali al computer (Porta, Turina 2008).
L’approccio tradizionale alla scrittura oculare utilizza tastiere virtuali visua-
lizzate sullo schermo, nelle quali un tasto risulta premuto se osservato per un
certo tempo (ad esempio mezzo secondo). Nonostante l’intuitività del loro uti-
lizzo, le tastiere su schermo soffrono di un forte limite: per evitare che le fissa-
zioni ricadano nei punti sbagliati, occorre che i tasti siano di grandi dimensioni.
Ciò significa che gran parte dello schermo – in genere almeno la metà – dovrà
essere occupata dalla tastiera. Il vantaggio principale di Eye-S rispetto ad altri
sistemi di input oculare è proprio il fatto di lasciare lo schermo sostanzialmente
libero, non necessitando di un’interfaccia grafica.
Eye-S utilizza un approccio basato su gesti oculari, in cui sequenze di fis-
sazioni su nove aree quadrate permettono di ‘disegnare’ le lettere dell’alfabeto.
Come mostrato in Figura 3a, queste aree, chiamate hotspot, sono poste ai quat-
tro vertici dello schermo, al centro di ciascun lato e al centro. Va sottolineato
che gli hotspot, visualizzati in semitrasparenza in Figura 3a, grazie alle loro
posizioni intuitive e prevedibili, possono essere nascosti una volta che si è pre-
sa dimestichezza con la modalità di input, lasciando quindi lo schermo com-
pletamente libero.
Una sequenza oculare (Eye Sequence, da cui il nome Eye-S deriva) è una
successione di fissazioni sugli hotspot. Quando l’utente guarda un hotspot per
più di un certo tempo (ad esempio 400 millisecondi), parte il processo di rico-
noscimento di una potenziale sequenza oculare: se, dopo quello iniziale, altri
hotspot sono fissati entro un certo timeout, e se la successione di tali hotspot cor-
risponde a una delle sequenze associate a una lettera dell’alfabeto, tale lettera
viene accettata come input. Le sequenze delle varie lettere, così come quelle
dei segni di punteggiatura o di comandi generici da fornire al computer, sono
memorizzate in un file di configurazione. Anche se tali sequenze possono esse-
re del tutto arbitrarie, per una maggiore intuitività dell’input testuale è meglio
che ricordino la forma delle lettere (la Figura 3b mostra ad esempio le sequen-
ze tipiche per i caratteri ‘a’ e ‘b’). Opportuni feedback visivi (numeri progres-