Page 195 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Lo studio dei tracciati oculari (eye-tracking) nella ricerca sul linguaggio 177
zione sia in grado di associare ad ogni ‘posizione’ degli occhi un determinato
punto dello schermo. Essendo tale associazione dipendente da numerosi pa-
rametri, quali le caratteristiche fisiche della persona (ad esempio la distanza
fra gli occhi e il loro grado di riflessione della luce infrarossa), la sua posizione
di fronte allo schermo e le condizioni di luce ambientale, la calibrazione risulta
sempre necessaria. Tale procedura, molto veloce, consiste in genere nel seguire
con lo sguardo un cerchio che si sposta sullo schermo.
4.1.3. Visualizzazione e analisi dei dati
I dati raccolti in una sessione di eye-tracking possono essere analizzati e presenta-
ti secondo due approcci: tramite rappresentazioni grafiche o per mezzo di valori
numerici.
Nel primo caso abbiamo tre tipi di rappresentazione principali, ognuno ri-
spondente a specifiche finalità e in grado di mettere in evidenza diversi aspetti:
replay video, gazeplot e hotspot.
Il replay video del tracciamento oculare permette di rivedere un’intera ses-
sione di test, relativamente ad un determinato utente: in pratica, un video mo-
stra le ‘azioni’ svolte dall’utente durante l’interazione con un’interfaccia, come
ad esempio la navigazione di un sito web, visualizzando in sovrimpressione le
fissazioni (cerchi con dimensioni proporzionali alla loro durata) e le saccadi
(segmenti che collegano una fissazione alla successiva); è possibile quindi rico-
struire cosa l’utente stesse osservando istante per istante.
Il gazeplot, detto anche scanpath, è una rappresentazione statica che mostra
la sequenza di fissazioni e di saccadi (sempre indicate con cerchi e segmenti) che
hanno caratterizzato l’esplorazione visiva di un’interfaccia da parte dell’utente
(Figura 2a).