Page 197 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Lo studio dei tracciati oculari (eye-tracking) nella ricerca sul linguaggio 179
mento dei tester nella loro globalità, forniscono un feedback intuitivo ed efficace
circa le aree dell’interfaccia maggiormente osservate.
Quando sono necessari risultati di rilevanza statistica, tuttavia, occorre fa-
re riferimento ai valori numerici prodotti dalle registrazioni dell’eye-tracker,
coinvolgendo un numero sufficientemente elevato di tester. L’eye-tracker Tobii
1750 descritto nel Paragrafo 2.4., ad esempio, acquisisce le coordinate dello
sguardo dell’utente – processo detto di campionamento – cinquanta volte al
secondo, insieme a dati accessori quali la dimensione della pupilla e la distan-
za della testa dalla videocamera. Le fissazioni vengono indirettamente ricavate
come sequenze di almeno n campionamenti successivi le cui coordinate rica-
dono all’interno di un cerchio di raggio r. Nel caso del Tobii 1750 i valori tipici
per gli studi di usabilità sono n=5 (quindi durata delle fissazioni di almeno 100
millisecondi) e r=30 pixel.
Come già illustrato nel Paragrafo 4.1.1., diverse sono le metriche che si pos-
sono prendere in considerazione, sulle quali si baserà poi l’analisi statistica (con
calcolo di medie, varianze, analisi delle varianze, correlazioni, etc.). Le più uti-
lizzate riguardano il numero delle fissazioni, la loro durata e la lunghezza dei
percorsi oculari, ma anche la dimensione della pupilla è talvolta considerata,
soprattutto quando si vogliono indagare gli stati ‘emozionali’ e ‘cognitivi’
dell’utente.
4.2. Interfacce per il controllo del computer tramite lo sguardo
Le interfacce percettive forniscono al computer capacità sensoriali tipicamente
umane, come ad esempio la vista e l’udito. Le interfacce percettive basate su
visione, in particolare, sfruttano una o più videocamere per permettere al
computer di ottenere informazioni, sia esplicite che implicite, sull’utente e
sull’ambiente che lo circonda (Porta 2002). La tecnologia dell’eye-tracking rientra
in tale categoria, e trova importanti applicazioni soprattutto in ambito assistivo.
Poter controllare un computer attraverso lo sguardo è particolarmente utile
nel caso di malattie che limitano fortemente e progressivamente le capacità mo-
torie di una persona, come ad esempio la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la
distrofia muscolare, la sclerosi multipla, l’atrofia muscolare spinale, le paralisi
cerebrali, i danni al midollo spinale, etc. Per quanto l’effettiva efficacia del trac-
ciamento oculare in questi casi sia subordinata all’accuratezza del dispositivo di
rilevazione, è fondamentale che il software associato sia sufficientemente ‘intel-
ligente’ da interpretare l’input oculare in maniera opportuna, facilitando le ope-
razioni di controllo della macchina (Donegan et al. 2005, pp. 11-24). A titolo di