Page 192 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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4.1. Valutazione di interfacce e studi di usabilità
L’usabilità è un settore della Human-Computer Interaction (in italiano solitamente
tradotta con interazione uomo-macchina), disciplina derivante dall’ergonomia
che studia le modalità di interazione tra l’uomo e il computer e che si occupa
dello sviluppo di metodologie per la valutazione e il miglioramento degli stru-
menti informatici.
Secondo la norma ISO 9241, l’usabilità è l’«efficacia, efficienza e soddisfa-
zione con cui specifici utenti possono raggiungere determinati obiettivi in de-
terminati contesti d’uso» (ISO 1998). In altre parole, l’usabilità indica quanto
qualcosa (sia esso un dispositivo fisico, un software o altro) è facile da usare,
permettendo un proficuo raggiungimento degli obiettivi. Nel caso particolare di
un sito web, ad esempio, testare l’usabilità significa valutare se un sito sia stato
progettato correttamente, garantendo facilità di accesso, navigazione e reperi-
mento delle informazioni.
Nella valutazione delle interfacce utente la tecnica dell’eye-tracking viene
utilizzata soprattutto per la sua capacità di fornire, rispetto ad altre metodolo-
gie, risultati potenzialmente più ‘scientifici’, oggettivi e quantificabili. La già
citata Eye-Mind Hypothesis è alla base degli studi di questo tipo, in quanto sup-
pone l’esistenza di una corrispondenza diretta fra la posizione dello sguardo
dell’utente e il punto a cui è rivolta la sua attenzione. Così, ad esempio, la du-
rata delle fissazioni può fornire indicazioni circa i tempi di elaborazione delle
diverse componenti dell’interfaccia da parte del cervello. Attraverso la regi-
strazione dei movimenti oculari possiamo quindi potenzialmente indagare i
processi cognitivi degli utenti, e scoprire cosa essi trovino ‘interessante’, ‘im-
portante’ o ‘poco chiaro’.
Tuttavia, perché si possano trarre conclusioni valide sul comportamento
oculare dell’utente, e quindi l’interfaccia possa essere valutata correttamente, è
necessario che i parametri oculari siano valutati in modo adeguato. Per quanto
riguarda le fissazioni, ad esempio, in uno studio di usabilità la loro durata può
essere interpretata diversamente a seconda del contesto: una lunga fissazione
potrebbe essere indice del fatto che l’elemento fissato è di difficile comprensione,
oppure, al contrario, che ciò che viene fissato è particolarmente interessante. Per
interpretare le fissazioni nel giusto modo bisogna quindi sempre tenere presente
il compito che è stato assegnato al tester: se ad esempio l’obiettivo è l’esecuzione
di un determinato comando attivabile da menù, e le ‘voci’ di tale menù vengono
fissate molto a lungo senza però essere cliccate, probabilmente ciò significa che
questo elemento d’interfaccia è mal progettato.