Page 14 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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XII S. Rastelli

storicamente attestati e sedimentati. Per Levinson, Evans (2010), in una
prospettiva darwiniana, non è possibile pensare che le strutture astratte abbiano
qualche priorità o che possa esistere una conoscenza linguistica che non sia
ricondotta a un uso linguistico. L’unica spiegazione valida per il linguaggio è l’uso
del linguaggio. Come abbiamo già detto (Paragrafo 2), la ricerca sperimentale –
per essere tale – non può essere vincolata all’unico principio di attestazione e non
può guardare solo all’uso concreto che delle lingue fanno i parlanti. Nel paragrafo
successivo approfondiamo questo punto.


4. Il ruolo dei corpora e dei dati di performance nella linguistica sperimentale

Diversamente da quanto spesso si legge (e in netta contraddizione con il quadro
dipinto da Levinson, Evans 2010) nella linguistica sperimentale – anche in quella
di orientamento innatista, modulare e generativista – si fa sempre più ampio e
più frequente uso di corpora di riferimento di lingua scritta e parlata. Per esem-
pio, in moltissimi studi che utilizzano ERP e fMRI pubblicati negli ultimi cinque
anni, il rango di frequenza delle parole utilizzate nelle frasi sperimentali non
solo è stato controllato, ma è entrato come variabile indipendente nell’analisi
della covarianza. La differenza tra l’utilizzo dei corpora nella linguistica speri-
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mentale e in quella non sperimentale è la seguente. Il linguista sperimentale non
ricorre ai corpora e ai dati di performance per il valore intrinseco della frequen-
za, cioè perché ritiene che gli schemi statistici lo possano improvvisamente met-
tere nel mezzo di qualche verità emergente dai dati. Il dato statistico – che venga
da procedure di elicitazione o dall’analisi dei corpora – nella ricerca sperimenta-
le sul linguaggio è utile nella fase di osservazione iniziale. I dati di performance
– e il loro trattamento statistico – servono per suggerire le ipotesi di partenza che
vengono poi verificate sperimentalmente mediante le procedure descritte nei
contributi presenti in questo volume. Perché i dati statistici sono utilizzati per
formulare le ipotesi e per controllare l’impatto della frequenza ma non possono
essere usati come prova? Charles Yang (2010) spiega – molto più semplicemente
di quanto abbia mai fatto lo stesso Chomsky – il motivo per il quale non si può
inferire nulla sulla competenza linguistica dei parlanti se si guarda solo alla per-
formance linguistica. Yang dice che i dati di performance e dei language corpora
sono pieni di falsi positivi e di falsi negativi. I parlanti non dicono qualcosa solo
perché (quando) sono capaci di farlo. L’assenza di una attestazione in un corpus
non necessariamente indica la presenza di un deficit nella competenza linguisti-


7 Si vedano gli studi citati in Nuzzo, Rastelli (2011) e in Rastelli (2013).
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