Page 104 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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86 Z. Cattaneo, J.T. Devlin, C. Lega, T. Vecchi

quindi largamente agli analoghi circuiti corticali che nell’uomo sono coinvolti
nel linguaggio. Ciò che sorprende di più è che non solo la produzione, ma anche
la percezione del linguaggio influisce sull’eccitabilità del sistema motorio. In
linea con la scoperta dei neuroni specchio nel cervello dei macachi, i primi studi
sul cervello umano si sono concentrati sulla percezione visiva delle azioni, con lo
scopo di individuare un meccanismo che integrasse osservazione ed esecuzione
(Gangitano et al. 2004; Strafella, Paus 2000).
Nei primati il sistema mirror sembra non rispondere alle vocalizzazioni, che
si trovano maggiormente sotto il controllo limbico piuttosto che corticale. Kohler
e colleghi (2002) hanno però evidenziato che i neuroni specchio, registrati dalla
corteccia premotoria del macaco, rispondono durante la percezione uditiva di
azioni e in particolare rispondono ai suoni di quelle azioni manuali che hanno
suoni distintivi (come strappare la carta o schiacciare le noci). Un esperimento
simile è stato condotto nell’uomo da Aziz-Zadeh e colleghi (2004), i quali hanno
utilizzato la TMS evidenziando un aumento dell’eccitabilità del sistema motorio
mentre i soggetti erano impegnati nell’ascolto di suoni associati con delle azioni
che coinvolgevano l’uso delle mani (strappare la carta o scrivere a macchina). I
risultati hanno dimostrato una facilitazione nell’ampiezza dei MEP e che tale effetto
era lateralizzato esclusivamente nell’emisfero sinistro. Nel complesso, entrambi
questi studi dimostrano che, sia nell’uomo che nelle scimmie, l’ascolto di suoni legati
ad azioni manuali è in grado di attivare il corrispondente sistema motorio.
Alcuni studi si sono concentrati sugli effetti della percezione linguistica sul
sistema motorio responsabile della produzione del linguaggio. Tra questi, uno
studio ha evidenziato un aumento dell’ampiezza dei MEP nei muscoli delle
labbra durante l’osservazione di una produzione linguistica che richiedeva
movimenti delle labbra (Sundara et al. 2001). Ancora più specifico, lo studio di
Fadiga e colleghi (2002) ha riscontrato che la presentazione di specifici fonemi
attiva i centri motori del linguaggio ad essi corrispondenti. I soggetti ascoltavano
passivamente stimoli linguistici con o senza suoni consonantici che richiedevano
movimenti della lingua (ad esempio la consonante labiodentale ‘R’ o la fricativa
‘F’). L’ampiezza dei MEP, registrati dai muscoli della lingua, era maggiore
quando i soggetti ascoltavano parole e non-parole contenenti il fonema ‘R’ (che
richiede un movimento della lingua) ma non contenenti il fonema ‘F’. Infine, in
linea con la teoria motoria del linguaggio, Watkins e colleghi (2003) hanno
evidenziato che la percezione passiva (visiva o uditiva) induce un’attivazione
nei centri motori coinvolti nella produzione linguistica. In questo caso i soggetti
ascoltavano suoni linguistici o suoni non verbali (rumore bianco), oppure
vedevano movimenti delle labbra o degli occhi. Questi ricercatori non solo
hanno riscontrato un aumento dei MEP durante la percezione visiva o uditiva



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