Page 120 - Fabio Gasti (a cura di), Seneca e la letteratura greca e latina. Per i settant’anni di Giancarlo Mazzoli, Pavia, Pavia University Press, 2013
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108 Eckard Lefèvre
2. L’Hercules Oetaeus
2.1. Hercules Oetaeus e Hercules Furens
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L’Hercules Oetaeus rappresenta, da un punto di vista esterno, una continuazione
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dell’Hercules Furens. Sono trascorsi alcuni anni dalla fine dell’azione del Furens, Ercole
è di nuovo sposato, con Deianira, e ha di nuovo un figlio, Illo. Di nuovo l’eroe si comporta
in modo arrogante nei confronti della sposa. Questa volta fa entrare in casa una concubina
(patuit una paelici et nuptae domus, v. 234). La sua noncuranza, per dirla con un
eufemismo, è di gran lunga maggiore rispetto a prima. Per la sua hybris egli precipita
ancora di più, ormai definitivamente. L’Ercole dell’Oeteus è l’Ercole del Furens
intensificato. Anche da un punto di vista interno l’Hercules Oetaeus rappresenta una
continuazione del Furens. Ercole è dipinto fin dal primo verso come hybristes. Mentre
l’eroe prima si vantava del fatto che avrebbe potuto, solo se gli fosse piaciuto,
conquistare il regno di Plutone (Herc. f. 609-610), ormai si vanta del fatto che, pur
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avendo potuto pretendere per sé anche il cielo, lo ha risparmiato benevolmente finché
ha considerato Giove suo padre (vv. 1302-1304):
non minus caelum mihi
asserere potui – dum patrem verum puto,
caelo peperci.
Secondo Stoessl Ercole ha la morte «besiegt und durch seine virtus den Himmel
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gewonnen», per Walde egli è «– abgesehen von kleineren Mängeln – eine sublime
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positive Gestalt». Si tratta però di interpretazioni errate. Queste e altre non verranno qui
sostanzialmente discusse.
2.2. Ercole hybristes: Il prologo (vv. 1-103)
Il poeta fa pronunciare al suo eroe un discorso introduttivo programmatico, in cui manifesta
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in modo esemplare il suo pensiero carico di hybris (vv. 1-12):
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Per l’autenticità senecana in età recente: Nisbet (1987, p. 250; 1990, p. 109), Averna (2002, pp. 12-13),
Rossi (2006, p. 6; p. 5 n. 1 bibliografia precedente). La questione dell’autenticità non verrà qui nuovamente
affrontata. Secondo Nisbet (1987, p. 250) una datazione dell’Oetaeus poco prima della morte di Seneca
spiegherebbe «the anomalies, the verbosity, the other signs of haste». La congettura secondo la quale il
dramma di Seneca sia stato pubblicato dal suo lascito non si può escludere: parti singole cospicue potrebbero
essere state da lui composte per recitazioni nell’ambito di una cerchia di amici (in questo caso potrebbe avere
avuto il progetto di pubblicarle insieme in forma più concisa). Si è spesso parlato di due drammi singoli.
Dihle (1983, pp. 169-171) tenta di provare che singole parti delle tragedie senecane siano state portate sulla
scena. Nel caso delle recitazioni questo sarebbe più agevole da supporre.
59 «Il Furens non è soltanto una fonte di citazioni, bensì una forma di ‘passato’ che agisce nella mente di tutti
i personaggi, che con essi si confrontano», Marcucci (1997, p. 11).
60 La hybris è evidente nella parafrasi di asserere come «perfringere» in Farnabius (1676, p. 315).
61 Stoessl (1945, p. 118).
62 Walde (1992, p. 291).
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Secondo Walde (1992, p. 20) Ercole in questo monologo non è «aufgeblasen und arrogant».