Page 28 - Federico Focher (a cura di), PIERRE-LOUIS MOREAU DE MAUPERTUIS Lettere filosofiche e scientifiche
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Federico Focher

l’inatteso voltafaccia di un amico di lunga data come Voltaire procurò a Maupertuis
grande amarezza e un profondo senso d’ingiustizia: tutti sentimenti che certo concorsero
ad aggravare la sua già precaria salute.
Purtroppo la velenosa penna di Voltaire ebbe infausti effetti non solo sul fisico e
sul morale del philosophe, ma anche – e ciò fu forse peggio per un uomo come
Maupertuis che certo non peccava di modestia – sulla sua fama presso i posteri. Se,
infatti, il pensiero scientifico di Maupertuis è oggi poco noto, o non pienamente
valorizzato, ciò è in gran parte dovuto alla maligna ironia di un egocentrico letterato
che ebbe la sfrontatezza di servirsi delle proprie indiscutibili doti intellettuali per
denigrare una mente tutt’altro che mediocre, una singolare personalità che forse aveva
avuto l’unico torto di essersi meritato un ruolo di spicco alla corte del re di Prussia.
Certo Maupertuis fu uomo del suo tempo, più brillante che profondo, più spirito sa-
lottiero che paziente studioso, ma forse proprio per questo è difficile non stupirsi delle
sue originali intuizioni scientifiche. Si oppose a una visione ‘miracolistica’ della vita,
ruppe con ogni forma di creazionismo rigettando il preformismo e rilanciando il princi-
pio materialistico dell’epigenesi e dell’eredità biparentale.
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Contribuì a introdurre il tempo nella storia del mondo, ma soprattutto, osservando
gli allevatori e una genealogia famigliare, assegnò al caso un ruolo cruciale nella gene-
razione e nell’evoluzione degli esseri viventi, intuendo una mondo in divenire che sarà
alla base delle idee trasformistiche di Lamarck, Darwin e Wallace.
Moderne, inoltre, non sono solo la sua critica a una visione della storia naturale ba-
sata sulla pura classificazione, e l’avversione per le sterili elucubrazioni dei costruttori
di sistemi, ma anche la sua esortazione all’indagine sperimentale, la sua attenzione ba-
coniana all’organizzazione della ricerca finanziata da istituzioni governative, e il suo
auspicio per una maggiore comprensione e collaborazione fra tutte le culture, anche le
più selvagge.
Basterebbe sicuramente molto meno per assegnare a Maupertuis un posto d’onore fra
le grandi menti che hanno forgiato la nostra attuale concezione della scienza. È nostro
auspicio quindi che la presente riedizione delle Lettres di Maupertuis, nella gustosa tra-
duzione settecentesca di Orazio Arrighi-Landini, contribuisca sia a recuperare la memoria
del pensiero di Maupertuis, sia, soprattutto a rivalutare le sue intuizioni biologiche per
troppo tempo ignorate o sottovalutate.
















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Cfr. Barsanti (1983, pp. 29-32).
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