Page 50 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Ettore Dezza – Lezioni di storia del processo penale

tecnica, ricorrono all’elemento della scrittura, e appaiono in buona sostanza meno
inclini a favorire l’arbitrium dei giudici e l’incondizionata utilizzazione della tortura. In
entrambi i casi si manifesta poi la tendenza a creare una magistratura professionale,
chiamata ad agire in rapporto talora di collaborazione, talora conflittuale con gli scabini
(Schöffen), giudici laici esperti in materia consuetudinaria, chiamati a operare
collegialmente e custodi dell’antico principio germanico della partecipazione popolare
all’amministrazione della giustizia.
Si apre in tal modo una fase di transizione, segnata dal sorgere di una serie di gravi
problemi nell’amministrazione della giustizia penale. Le incertezze nell’applicazione
del sistema probatorio sono assai frequenti: si pensi al riguardo che, mentre le ordalie
unilaterali scompaiono in Germania (dopo la condanna conciliare del 1215) nel XIII
secolo, il duello giudiziario è attestato per i reati con effusione di sangue fino a tutto il
XV secolo. Proteste si levano da ogni parte contri i poteri arbitrari riconosciuti ai pub-
blici ufficiali e contro gli abusi verificatisi nella pratica e connessi a tali poteri. Nume-
rose perplessità sono dovute alle inadeguatezze culturali della classe giudiziaria, forma-
tasi sulla pratica locale e molto spesso priva di una adeguata preparazione tecnica.
Tutt’altro che sporadiche sono le sovrapposizioni tra le formule proprie della nuova
procedura ex officio e le antiche metodologie. Pur se determinate da presupposti non
sempre analoghi, anche in Germania si fanno dunque sempre più pressanti, sullo scor-
cio del Quattrocento, quelle esigenze di riordino della materia processuale che in Fran-
cia sono all’origine degli interventi sovrani di Blois e di Villers-Cotterêts.
Alla fine del XV secolo, richieste a tal fine vengono più volte avanzate e discusse
pressoché a ogni riunione della Dieta imperiale (Reichstag), e segnatamente in quelle di
Lindau (1496-97), Freiburg (1497-98) e Augsburg (1500). Le prime concrete risposte
alla domanda di riforma della giustizia penale sono nondimeno di matrice locale, coe-
rentemente con le peculiari forme di organizzazione istituzionale ormai assunte dal Sa-
cro Romano Impero. Tali risposte comportano interventi legislativi di valore e portata
diseguali, ma che spesso appaiono caratterizzati da contenuti non dissimili da quelli
presenti nelle pressoché coeve ordonnances francesi.




5.1.1. La Wormser Reformation
Il più risalente tra questi interventi normativi è costituito dalla Wormser Reformation
del 1498, parte di una più generale revisione del diritto municipale realizzata in sei libri
a Worms, città libera imperiale. L’ultimo dei sei libri di questa raccolta è dedicato al
diritto e alla procedura penale, e si segnala per la tendenza a introdurre – pur nel quadro
di una struttura inquisitoria incentrata sull’iniziativa ex officio, sulla scrittura e su un
sistema probatorio che prevede il ricorso alla tortura – una serie di limiti formali e di
garanzie all’epoca raramente riscontrabili. Non estranea al tentativo di porre un freno
alla discrezionalità del funzionario inquirente, la tendenza ora richiamata è chiaramente
avvertibile laddove la legislazione in esame introduce un accurato sistema di
valutazione degli indizi necessari alla tortura, e laddove prevede una distinzione tra
questi ultimi e le prove necessarie alla condanna. Al rito ex officio viene contrapposta la


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