Page 45 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Capitolo 4 – Pour pourvoir au bien de notre justice
Villers-Cotterêts il 15 agosto 1539, la cui parte finale (32 articoli) è interamente dedica-
ta alla procedura criminale. Predisposta e redatta dal cancelliere del re Guillaume
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Poyet e modellata su una precedente ordonnance emanata nel 1536 per riformare lo
«style de Bretagne», l’Ordonnance del 1539 conferma le tendenze di fondo già emerse
a Blois e delinea un assetto del processo penale destinato a restare pressoché immutato
fino alla grande Ordonnance Criminelle del 1670.
4.4.1. Le fasi del giudizio
Il procedimento viene suddiviso in due parti assolutamente diseguali costituite da una
lunga fase di istruzione dedicata all’accumulo del materiale probatorio, e da una fase di
giudizio estremamente scarna. L’intervento del procuratore regio o, nelle corti feudali,
signorile (procureur du roy, fiscal, procureur du seigneur) è obbligatoriamente previsto:
egli deve essere parte necessaria in qualsiasi procedimento. Viene così stabilito una volta
per tutte il principio, che si perpetuerà fino al giorno d’oggi, secondo cui la fase d’istruzione
richiede il concorso sia di un procuratore pubblico sia di un giudice istruttore. La corte
interviene collegialmente soltanto al momento della decisione. Emblematica è la definitiva
esclusione, nelle procedure propriamente criminali, di ogni forma di difesa tecnica: il
divieto era già implicitamente presente per il rito extraordinaire nell’Ordonnance di Blois,
e ora viene esplicitamente sanzionato all’art. 162, secondo il quale «en matières
criminelles ne seront les parties aucunement ouïes par le conseil ni ministre d’aucune
personne, mais réprondront par leur bouche des cas dont ils seront accusés».
L’istruzione è condotta da un unico giudice – juge criminel, lieutenant criminel,
juge seigneurial – che instaura il procedimento avviando, su richiesta della parte lesa
(la partie civile) o del procureur ovvero ex officio, l’information preparatoire (art.
145). Dominus di tutta questa fase processuale, il giudice dell’istruzione è dotato di
poteri discrezionali di larghissima portata. Al termine dell’information preparatoire
decide, sentito il procureur, se archiviare o formalizzare il procedimento (art. 145). In
questo secondo caso procede all’interrogatorio dell’imputato e alla scelta tra il
procedimento ordinario e quello straordinario. La distinzione tra i due riti, codificata a
Blois, viene infatti mantenuta in linea di principio, anche se nei fatti a partire da questo
momento tutti i casi penali di una qualche gravità risultano condotti in Francia à
l’extraordinaire. Il procedimento straordinario viene condotto con metodo inquisitorio,
comporta l’arresto (prise de corps) dell’imputato e la sua detenzione, impedisce il
patrocinio professionale, nega la libertà provvisoria, prevede la tortura. Il procedimento
ordinario, ormai residuale, è invece pubblico e contraddittorio, e consente di accedere
all’assistenza legale e alla libertà provvisoria.
2 Guillaume Poyet (Angers 1473 ca. - 1548), giurista di formazione romanistica, assurge a fama di illustre
praticien come avvocato presso il Parlamento di Parigi e come consulente della famiglia reale. Avvocato
del re presso il Parlamento di Parigi nel 1530, nel 1532 entra nel Consiglio Reale e nel 1534 è nominato
Presidente del Parlamento di Parigi e del Parlamento di Bretagna. Nel 1538 diviene Cancelliere di Francia,
ma nel 1542 è accusato e processato per malversazione: condannato nel 1545, perde ogni carica e
funzione.
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