Page 49 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Capitolo 5
La Constitutio Criminalis Carolina
5.1. I precedenti della Carolina
Accennata l’esperienza francese, spostiamoci ora in area germanica. Mentre la monar-
chia francese si impadronisce delle forme procedurali affacciatesi sulle scene giudizia-
rie durante gli ultimi secoli del Medioevo e provvede a consolidarle, anche all’interno
del composito panorama istituzionale del Sacro Romano Impero si sviluppa un movi-
mento legislativo sotto molti aspetti analogo, destinato a sfociare nel 1532 nella pro-
mulgazione di uno dei massimi monumenti normativi nella storia del diritto e della pro-
cedura penale, la Constitutio Criminalis Carolina.
All’inizio del XVI secolo in Germania la riduzione dei poteri spettanti alla Corona
imperiale e il processo di frammentazione politica che interessa da tempo il grande Im-
pero mitteleuropeo ha ormai portato all’emersione di una molteplicità di grandi o picco-
le entità politiche autonome di carattere regionale o municipale. Formalmente soggette
all’autorità imperiale ma sostanzialmente indipendenti, queste entità politiche si con-
frontano con il potere sovrano attraverso un complesso rapporto dialettico, nel cui am-
bito assumono particolare evidenza i problemi relativi all’amministrazione della giusti-
zia penale. In effetti, ciascuna delle autonomie territoriali che compongono il mosaico
germanico partecipa alle grandi trasformazioni che investono dal XIII secolo la giusti-
zia penale, e in particolare le strutture procedurali. La resistenza delle tradizionali for-
me di giustizia di matrice germanica – pubbliche, comunitarie e accusatorie – durano
all’interno dell’Impero forse un po’ più a lungo, ma ben presto anche nei Paesi Tede-
schi si manifestano consistenti irruzioni inquisitorie (segnatamente per le procedure
avviabili ex officio nei casi di flagranza e di crimen notorium e per i comportamenti
giudicati di maggiore gravità), e dal XV secolo la presenza dei nuovi indirizzi proces-
suali è ormai indubitabile e massiccia.
Queste forme inquisitorie in parte si sviluppano all’interno della stessa prassi
consuetudinaria germanica, in parte si ricollegano all’influsso operato dalle procedure
delle corti ecclesiastiche e dalla dottrina (in particolare italiana) del diritto comune
romano-canonico, avviato dal XV secolo – attraverso il noto fenomeno della Recezione
(Rezeption) – a divenire il diritto comune di tutti i Paesi Tedeschi. Nel primo caso le
procedure inquisitorie sono caratterizzate da una sorta di deregulation, che consente in
ogni caso il ricorso alla tortura e riconosce ampi poteri discrezionali e d’iniziativa ai
pubblici ufficiali incaricati dell’istruzione. In presenza di influssi romano-canonici, al
contrario, le nuove strutture processuali si distinguono per una accentuata complessità