Page 41 - Ettore Dezza, Lezioni di storia del processo penale, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Capitolo 4




Pour pourvoir au bien de notre justice








4.1. La dimensione europea della rivoluzione inquisitoria
Come abbiamo visto, nella prima metà del XVI secolo le procedure inquisitorie appaio-
no predominanti nella prassi dei tribunali e hanno conseguito un soddisfacente grado di
elaborazione dogmatica a opera della dottrina di diritto comune e in particolare dei giu-
risti che, dal XIV secolo, hanno dato vita a una sempre più intensa produzione di Prati-
che criminali, e cioè di testi manualistici destinati a giudici, funzionari e avvocati. Que-
ste Pratiche (Practicae) individuano una forma di letteratura giuridica caratterizzata
dalla lunga durata (fino al XVIII secolo) e dall’ampia diffusione. Spesso sono di carat-
tere compilativo, ma talora assurgono – come nei casi di Gambiglioni e di Claro – a un
notevolissimo livello tecnico-scientifico. I giuristi di quella che è stata definita ‘l’età
delle Pratiche’ hanno prima preso atto – talora con qualche difficoltà – dei nuovi indi-
rizzi affermatisi nella prassi, e hanno poi contribuito efficacemente, partendo dalle risa-
lenti basi culturali romano-canoniche, alla definizione concettuale di tali indirizzi me-
diante lo sviluppo dei necessari supporti teorici.
Il dato che conviene ora prendere in considerazione concerne il fatto che
l’inarrestabile espansione dell’inquisitorio dal XIII al XVI secolo non riguarda sola-
mente l’Italia ma costituisce in realtà un fenomeno europeo.
Con qualche ritardo rispetto agli eventi italiani del Duecento, anche nella pratica
dei tribunali europei si manifesta infatti la medesima tendenza a sviluppare procedure
ex officio a danno di quelle basate sull’accusa privata. Le modalità e le motivazioni di
questo fenomeno continentale sono per lo più analoghe e spesso ricollegabili a quelle
che abbiamo visto operare in Italia. A esse si aggiunge però un ulteriore elemento di
grande rilevanza, costituito dal lento processo di maturazione, tra il XIV e il XVI se-
colo, delle prime grandi formazioni statuali europee, che identificano proprio nella
giustizia penale uno strumento fondamentale per l’esercizio e la conservazione del
potere (esemplare al riguardo è il caso francese). Infatti, sono in particolare i tribunali
regi che, nell’imporre la loro supremazia sulle corti locali e feudali (e sulle procedure
da queste seguite), determinano una decisa accentuazione dell’aspetto repressivo del-
la giustizia penale.
Non appare allora casuale il fatto che proprio durante i primi decenni del Cinque-
cento nel continente europeo il consolidamento del modello inquisitorio venga sanzio-
nato anche a livello normativo da una serie di corposi testi legislativi che costituiscono
– giova sottolinearlo – una tra le più significative manifestazioni del nascente Stato as-
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