Page 40 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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22 F. Vespignani

3. Come si misura l’EEG

La misura dell’elettroencefalogramma si esegue tramite l’amplificazione e la digi-
talizzazione delle differenze di potenziale fra differenti posizioni dello scalpo. Il
segnale viene raccolto da elettrodi che sono tipicamente apposti sulla cute per
mezzo dell’ausilio di cuffie elastiche e posti in contatto tramite gel elettrocondutto-
re (esistono anche altri sistemi come il sistema Geodesic, della ditta EGI, che realiz-
zano il contatto tramite spugnette bagnate, particolarmente indicato per neonati
non richiedendo abrasione della cute). Esistono in commercio differenti combina-
zioni di elettrodi e gel conduttore; in generale è importante per evitare che si crei-
no potenziali di contatto che tutti gli elettrodi siano dello stesso materiale, che
venga usato lo stesso tipo di gel e che l’area di contatto fra elettrodo e cute sia o-
mogenea. Spesso è necessario procedere a una pulitura o leggera abrasione della
cute e spostamento dei capelli sottostanti all’elettrodo. Il posizionamento degli
elettrodi in siti di misura standard avviene usando cuffie di taglia variabile, cen-
trando il sito Cz sul vertice della testa e controllando la posizione di alcuni degli
elettrodi rispetto a punti di riferimento standard (inion, nasion, fossette preaurico-
lari). Esistono differenti standard di posizionamento evoluti a partire dal sistema
tradizionale (10/20, Jasper 1958) che conteneva nomenclature per soli 21 siti, spesso
sono utilizzati gli standard 10%, 10/10, e 10/5 che estendono lo standard originale a
un numero maggiore di siti (Jurcak, Tsuzuki, Dan 2007). In Figura 1 è riportato
uno schema con alcuni dei siti dello standard tradizionale 10/20. Ogni pubblica-
zione scientifica dovrebbe citare il particolare standard di posizionamento e no-
menclatura utilizzato o, nel caso si utilizzano siti non standard, le coordinate ri-
spetto a un sistema di riferimento standard (Picton et al. 2000, p. 133).



















Figura 1. Esempio di posizionamento degli elettrodi
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