Page 39 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Gli ERP nello studio dei processi di comprensione frasale 21

che. In generale tali interpretazioni esistono per i potenziali evocati sensoriali e
meno per le componenti cognitive tardive di maggior interesse per lo studio
del linguaggio.
Finora non abbiamo considerato la questione della posizione all’interno
dell’encefalo della sorgente di una deflessione EEG. Misurando le differenze di
potenziale su differenti siti dello scalpo chiaramente siamo in possesso di una
informazione di tipo spaziale, ad esempio una data deflessione può essere
chiaramente più ampia in certi punti dello scalpo. È quindi lecito chiedersi se
tale distribuzione spaziale è indicativa dell’area cerebrale che genera tale effet-
to. Le leggi fisiche dell’elettromagnetismo ci dicono che una data distribuzione
di potenziale elettrico sulla superficie di un corpo solido può essere generato
da differenti configurazioni interne di cariche e correnti elettriche. Quindi la
localizzazione della sorgente elettrica di specifiche caratteristiche del segnale
EEG (detto problema inverso) è un problema che offre infinite soluzioni ma-
tematiche. Il problema cosiddetto diretto ha invece soluzione: ovvero data una
distribuzione di cariche elettriche e correnti all’interno dell’encefalo è possibile
stimare la distribuzione di potenziale elettrico sullo scalpo utilizzando un mo-
dello fisico semplificato della testa (tipicamente tre sfere concentriche con dif-
ferenti caratteristiche elettriche ma anche modelli più realistici). Il problema
inverso può essere affrontato con specifici algoritmi che adattano direzione,
posizione e intensità di un sistema di sorgenti al fine di riprodurre la distribu-
zione topografica di potenziale sullo scalpo misurata (si veda Michel et al.
2004, per una rassegna dei metodi di localizzazione delle sorgenti). I metodi di
localizzazione delle sorgenti di attività EEG sono tipicamente informati sia da
vincoli di tipo fisiologico relativamente alle sorgenti che da altre conoscenze
relative a quali siano le possibili aree cerebrali che generano l’effetto che si
intende localizzare. La possibilità di localizzazione delle sorgenti EEG è quindi
assai limitata e in generale essa varia in funzione del tipo di segnale che si in-
tende localizzare. In generale per i potenziali evocati cognitivi e in particolare
quelli che emergono nello studio dell’elaborazione frasale la localizzazione
della sorgente di una particolare componente o effetto non è semplice da af-
frontare (si veda comunque, ad esempio, l’utilizzo della tecnica Loreta applica-
ta alla localizzazione delle sorgenti di N400 e P600 descritta in Osterhout et al.
2004, pp. 278-281) e spesso si discute sulla plausibilità dell’attribuzione di una
data distribuzione topografica con una data sorgente, anche in relazione a evi-
denze raccolte con altre tecniche (neuroimmagini, TMS, studi su pazienti con
lesioni).
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