Page 36 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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18 F. Vespignani
Una ulteriore peculiarità della tecnica rispetto alle tecniche comportamen-
tali o perfusionali (come fMRI e NIRS), che va considerata uno svantaggio,
consiste nell’arbitrarietà dell’interpretazione del dato. Un allungamento dei
tempi di reazione o del numero e delle durate delle fissazioni oculari o una
maggior perfusione in una data area cerebrale a seguito di una data manipola-
zione sperimentale è quantomeno interpretabile come una maggior difficoltà o
intensità di elaborazione indotta dalla manipolazione stessa (per un commento
al significato dei tempi di reazione nell’eye-tracking si veda Porta, Rastelli in
questo volume). Il fatto invece che due condizioni sperimentali differiscano
per una deflessione positiva o negativa dell’EEG in un dato intervallo di tem-
po e in determinati siti di misura posti in precise posizioni sullo scalpo, non è
interpretabile di per sé in termini di maggior o minor attività neurale in una
condizione o nell’altra. L’unica caratteristica dell’EEG che si può interpretare
senza ulteriori ipotesi al contorno riguarda il decorso temporale (timing)
dell’effetto, ovvero che le due condizioni sono elaborate in maniera differente
dal cervello (con l’utilizzo di maggiori, minori o differenti risorse computazio-
nali) in quel dato intervallo di tempo, relativamente alla stimolazione o alla
richiesta di risposta del paradigma sperimentale.
L’informazione sul decorso temporale dell’effetto è spesso di per sé inte-
ressante (anzi abbiamo visto essere una delle principali qualità che contraddi-
stinguono la tecnica) ma la distribuzione topografica dell’effetto e la sua pola-
rità (positiva o negativa) sono ulteriori informazioni, sulle quali inferenze più
ricche relativamente al quesito teorico possono essere tratte. Questo effettiva-
mente avviene in quanto lo sviluppo della psicofisiologia, utilizzando altre
conoscenze oltre al dato grezzo, sia relative all’organizzazione interna della
mente (e del linguaggio), sia integrando il dato EEG con le conoscenze deri-
vanti dalla neuropsicologia e da esperimenti comportamentali, hanno costruito
un quadro interpretativo delle singole componenti dei potenziali evento-relati
(ERP). Se quindi da un lato la arbitrarietà iniziale nell’interpretazione del dato
sperimentale è chiaramente da considerarsi uno svantaggio, l’interdisciplinarità
dei costrutti teorici che permettono di costruire tale interpretabilità e il percor-
so scientifico con il quale si giunge a tale scopo rendono il campo di ricerca
estremamente interessante e per alcuni più affascinante di altri, proprio in
quanto nella pratica di questo lavoro, si esplicita quanto sia inestricabile la
relazione fra mente e cervello. Nel prosieguo di questo capitolo andrò a de-
scrivere nel dettaglio la tecnica, cercando di esplicitare la natura delle limita-
zioni e dei vantaggi fin qui descritti nell’ambito delle ricerche sui processi di
comprensione frasale e accennando da ultimo alle principali conoscenze rela-
tive alle componenti ERP che emergono durante i processi di lettura di frasi.