Page 38 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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20 F. Vespignani

flessioni più ampie se posto vicino alla superficie ed è orientato perpendico-
larmente ad esso. Siccome le cellule piramidali hanno direzione ortogonale alla
superficie del parenchima cerebrale, l’attività maggiormente visibile con l’EEG
è quella della materia grigia dei giri cerebrali mentre quella dei solchi, paralle-
la alla superficie di misura, emerge in termini di deboli differenze in siti dello
scalpo distali rispetto alla sorgente. Ciò esclude molte attività neuronali che
danno luogo a una sommazione nulla delle attività elettriche che si svolgono
all’interno di un dato volume del SNC e questo fatto va tenuto in considera-
zione nell’interpretazione della assenza di differenze nell’EEG. In generale è
possibile infatti che esistano differenze nell’elaborazione cognitiva realizzate
tramite specifiche configurazioni e meccanismi neurali o in aree cerebrali con
orientamenti tali rispetto allo scalpo che non diano un risultato netto in termi-
ni di differenza di potenziale visibile sullo scalpo. Non è quindi impossibile
che differenze di elaborazione che possono essere rese evidenti da altre tecni-
che di misura (comportamentali o perfusionali) non diano luogo a differenze
misurabili dell’EEG. Anche relativamente alle differenze individuali, variazio-
ni anatomiche e nello specifico variazioni della morfologia delle convoluzioni
cerebrali e delle caratteristiche elettriche dei tessuti possono dar luogo ad am-
pie differenze nei pattern EEG fra gli individui, a parità di meccanismi neurali
di esecuzione di una data computazione.
Un’ulteriore variabile della differenza di potenziale che costituisce il se-
gnale EEG è la polarità (positiva o negativa). Anche in questo caso è impossibi-
le associare tale variabile fisica a uno specifico meccanismo neurale. Anche
limitandosi al segnale generato dai potenziali post-sinaptici delle cellule pira-
midali della sostanza grigia (che abbiamo visto è la componente principale dei
potenziali evocati di interesse per lo studio del linguaggio) è possibile che po-
tenziali eccitatori o inibitori generino sia deflessioni positive sia deflessioni
negative sullo scalpo, in funzione dello strato della sostanza grigia nel quale
agiscono le afferenze provenienti da altre aree e strutture cerebrali (Pennisi,
Sarlo 1998, p. 50). Non è quindi a priori possibile interpretare una negatività o
una positività nell’EEG in termini di maggior attivazione o inibizione di una
struttura cerebrale. Anche se tradizionalmente le negatività erano interpretate
in termini di attivazione e le positività in termini di inibizione e di qui la con-
venzione, tuttora largamente utilizzata, di rappresentare graficamente le forme
d’onda con l’asse delle ordinate invertito, ovvero con la negatività verso l’alto,
l’interpretazione di una deflessione in termini di attivazione o inibizione è
possibile solo a seguito dell’integrazione del dato empirico con teorie indipen-
denti sul meccanismo neurale sotteso alla deflessione EEG sviluppate in base
ad altre conoscenze neurofisiologiche spesso basate su misurazioni intracrani-
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