Page 141 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Lo studio del linguaggio con la risonanza magnetica funzionale 123

(Whitney et al. 2009) o siano un’interfaccia fra il recupero di memorie semantiche
e episodiche (Binder et al. 2009). Poiché le ipotesi che sono state avanzate sono
molteplici e non sempre in accordo, non abbiamo ancora un quadro definitivo
del contributo di ciascuna regione alla funzione del network in cui si attiva.
Esperimenti sulla comprensione del linguaggio che hanno considerato
anche effetti del contesto (sia extra- che co-testuali) hanno mostrato notevole
sovrapposizione fra le regioni che abbiamo appena indicato come dedicate
all’elaborazione linguistica e regioni che sono sensibili a elementi contestuali,
così rendendo il tentativo di definire ruoli linguistici specifici per ogni regione
ancora più difficile. Si considerino, per esempio, esperimenti che hanno
esaminato l’integrazione fra l’informazione acustica linguistica e l’informazione
visiva che l’accompagna, come il movimento delle labbra del parlante o i suoi
gesti (per esempio, Dick et al. 2009; Dick et al. 2012; Hasson et al. 2007). Alcune
delle regioni che sono considerate prettamente linguistiche sono infatti sensibili
anche all’integrazione fra l’informazione linguistica e il suo contesto visivo,
anche per processi linguistici di basso livello, come, per esempio, la percezione
dei fonemi. La parte opercolare del giro frontale inferiore e il planum polare
sinistri, per esempio, elaborano stimoli linguistici in modo diverso a seconda
dell’informazione visiva che li accompagna: non si attivano tanto in risposta
all’informazione acustica dei fonemi, quanto in risposta all’integrazione fra
questa informazione e l’informazione visiva delle labbra che li pronunciano
(Hasson et al. 2007).
A livello linguistico più alto è stato anche mostrato che le parti opercolare e
triangolare del giro frontale inferiore e il giro temporale medio posteriore sinistri
sono coinvolti nell’integrazione del discorso e dei gesti iconici del parlante (per
esempio, Dick et al. 2009; Dick et al. 2012). Queste regioni, perciò, sono coinvolte
nell’integrazione dell’informazione semantica verbale e dell’informazione
contestuale extra-linguistica che ne complementa il significato.
Nell’insieme, questi risultati suggeriscono che non ci sia una forte
corrispondenza fra le funzioni linguistiche come sono state individuate e
studiate in linguistica e psicolinguistica e il funzionamento delle regioni
cerebrali. In altre parole, il cervello non sempre elabora il linguaggio in forti
distinzioni fra, per esempio, sintassi e semantica (anche se quest’osservazione
vale anche per altri livelli di analisi linguistica). Questo è evidente non solo dal
fatto che le stesse regioni siano coinvolte in compiti che dal punto di vista
linguistico sono molto diversi, ma anche dal fatto che sia difficile individuare il
ruolo di queste regioni all’interno dei network in cui si attivano. Può darsi infatti
che queste regioni, pur essendo coinvolte in funzioni linguistiche diverse, dal
punto di vista del funzionamento del cervello svolgano funzioni simili, come un
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