Page 59 - Fabio Gasti (a cura di), Seneca e la letteratura greca e latina. Per i settant’anni di Giancarlo Mazzoli, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Seneca, Mecenate e il ‘ritratto in movimento’ 47
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caratterizzato da inflata explicatio, la vacuità ammantata di solennità che era stata og-
getto di critica nella trattatistica retorica, ma anche da parte del callimachismo romano,
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sia lo stile spezzato e cantilenante (infracta et in morem cantici ducta), che potremmo
avvicinare alle esperienze dell’asianesimo, ma anche in poesia a quelle forme espressi-
ve volutamente futili ed estenuate che dal neoterismo arrivano fino alla poesia imperia-
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le. Ci troviamo di fronte all’impiego di un lessico tecnico retorico, già attestato in età
repubblicana e poi anche presente nell’opera del padre: la qualificazione dei due oppo-
sti vitia elocutionis con inflatus e infractus dimostra comunque già da ora in Seneca il
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gusto di rendere con grande espressività, e direi quasi di visualizzare, i difetti
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dell’elocutio, preparando la sua lezione esemplare su Mecenate, che si nutre appunto
di caratteristiche descrittive tese a rendere concreta la teoria letteraria.
Seneca sposta semplicemente la sua trattazione dall’oratio alla vita, anzi più di-
rettamente all’animus, identificando tout court i vitia elocutionis con i vitia animi. Il
passo più significativo, e molto noto, è costituito a mio parere dall’affermazione pre-
sente nel § 3:
non potest alius esse ingenio, alius animo color. Si ille sanus est, si compositus,
gravis, temperans, ingenium quoque siccum ac sobrium est: illo vitiato hoc
quoque adflatur.
6 Sull’uso retorico di inflatus (sinonimo di tumidus), mi limito a citare Rhet. ad Her. 4,10,15 gravis oratio
saepe inperitis videtur ea, quae turget et inflata est; Cic. Brut. 202 inflatum et corruptum orationis genus;
Sen. suas. 1,12; Quint. inst. 12,10,16 hi (scil. Attici) pressi et integri, contra inflati illi (scil. Asiani) et inanes.
Sul valore morale di inflare interessante Sen. epist. 36,1 res est inquieta felicitas; ipsa se exagitat. Movet
cerebrum non uno genere: alios in aliud irritat, hos in impotentiam, illos in luxuriam; hos inflat, illos mollit
et totos resolvit.
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Anche explicatio è termine di tradizione retorica: vd. per es. Cic. Brut. 143 (scil. Crasso erat) in disserendo
mira explicatio; Sen. contr. 2, praef. 1 erat explicatio Fusci Arelli splendida quidem, sed operosa et implicata
(dove comincia ad assumere un valore più generico equivalente a oratio).
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In infractus è sottesa l’idea di mollezza effeminata (cfr. Berti, 2007, p. 160 s. n. 4, e anche Richlin, 1997, p.
94): vd. per es. Lucr. 5,230 nutricis blanda atque infracta loquella; Sen. contr. 7,4,8 omnia in illo epilogo
fere non tantum emollitae compositionis sunt, sed infractae; suas. 7,12 (del grecizzante Surdinio) solebat
dulces sententias dicere, frequentius tamen praedulces et infractas. Vd. anche Sen. epist. 90,19 A natura
luxuria descivit […]. Itaque hinc textorum, hinc fabrorum officinae sunt, hinc odores coquentium, hinc molles
corporis motus docentium mollesque cantus et infractos concupiscere. Il motivo continua in ambito cristiano:
Hier. virg. Mar. 20 expolire faciem, gressum frangere; Salv. gub. 7,83 ut magis quam mulieres gradum
frangeret; Orient. comm. 1,556 alternos frangit vestis onusta gradus.
9 Vd. Mattiacci (1995; 2007, p. 147 ss.).
10 Per inflatus, mi sembra interessante citare Petron. 42 utres inflati ambulamus; Hier. epist. 121,10 tumens
ambulet et incedat inflatus. Spiega bene il sotteso valore morale negativo di infractus Sen. tr. an. 17 Scipio
triumphale illud ac militare corpus movebat ad numeros, non molliter se infringens, ut nunc mos est etiam
incessu ipso ultra muliebrem mollitiam fluentibus. Credo che vada ricondotto a questa stessa tecnica
descrittiva un noto passo sullo stile di Cicerone in epist. 100,7 lege Ciceronem: compositio eius una est,
pedem curvat lenta et sine infamia mollis. Testimonia un certo disagio interpretativo del passo, il fatto che la
locuzione pedem curvat, mai altrove attestata, sia stata talvolta corretta (vd. per es. Haase pedem servat): io
credo che vada intesa come analoga a se infringere, in un costante confronto di mores e di stile. Più critica la
valutazione dello stile di Cicerone nella nostra epist. 114,16 quid illa in exitu lenta, qualis Ciceronis est,
devexa et molliter detinens nec aliter quam solet ad morem suum pedemque respondens?, ma comunque
basata sulla stessa espressività legata al ritmo della compositio.
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Un’ampia discussione della bibliografia su Mecenate in Graverini (1997).