Page 57 - Fabio Gasti (a cura di), Seneca e la letteratura greca e latina. Per i settant’anni di Giancarlo Mazzoli, Pavia, Pavia University Press, 2013
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Seneca, Mecenate e il ‘ritratto in movimento’

(a proposito dell’epistola 114)

Rita Degl’Innocenti Pierini, Università di Firenze, rita.pierini@unifi.it





Abstract: This essay focuses on the 114th epistle of Seneca, where the
philosopher investigates in detail the causes of the decadence of the
contemporary literature, identifying in the literary work of Maecenas and in
his person the archetype of this decline. Seneca avoids the systematic and
consistent treatment of this issue, also common to contemporary authors
such as Persius and Petronius and then Quintilian, but as a true moralist he
is committed to demonstrate that the eccentric and debauched lifestyle of
Maecenas can only produce a futile literature, only concerned with the
formal aspects. Seneca, however, is also a capable writer and, with his ‘in
motion’ portrait of Maecenas as an urban man, who wanders around in the
city, evokes the stylistic levels of comedy and satire, producing a
memorable exemplum.

Keywords: Seneca, Maecenas, Decadence of contemporary literature




Il mio intervento si concentrerà in particolare sull’epistola 114 di Seneca, un celebre
esempio di come il filosofo, nella ricca gamma di tematiche che si trovò ad affrontare
anche nella sua ultima fase di intellettuale impegnato solo sul fronte della solitudine e
dell’introspezione, non evitò di intervenire anche su un argomento, che era evidente-
1
mente di notevole attualità e che lo sarebbe stato ancor più nell’età flavia, cioè la de-
cadenza del gusto letterario e la fioritura di una letteratura non adeguatamente impegna-
ta sul piano dei valori etici.
Il testo è molto noto: basterà ripercorrere insieme qualche sezione, partendo proprio
dall’inizio, che sembra denunciare da subito la funzione di vera e propria disputatio, con
una sorta di dialogo a distanza stereotipato non sulle convenzioni topiche dell’incipit
epistolare, ma in una forma che può richiamare, per esempio, lo schematico interloquire
di Cicerone e dell’auditor nelle Tusculanae.

1 Sul dibattito rimando a Leeman (1974, pp. 371 ss.) e Heldmann (1982), cui ora sono da aggiungere i
contributi presenti in Petrone-Casamento (2010). Dopo il Convegno, una valida analisi di molte questioni
relative alla prima parte dell’epistola 114 ho letto nella tesi di Dottorato di Benedetta Nanni, discussa a
Bologna nel maggio del 2011. Importanti considerazioni sulla figura di Mecenate nell’età imperiale e sul
rapporto con Petronio, si leggono in un lavoro in corso di stampa di Labate (2012). Quanto al tema del
‘camminare a Roma’ (di cui mi ero già occupata per Orazio: vd. Degl’Innocenti Pierini, 2005), ad articolo già
ultimato, nelle more non brevi di stampa, è uscito un volume di O’Sullivan (2011), che si occupa brevemente
anche di Seneca.

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