Page 186 - Stefano Rastelli (a cura di), La ricerca sperimentale sul linguaggio: acquisizione, uso, perdita, Pavia, Pavia University Press, 2013
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canico od ottico, quale ad esempio una bobina che misura la variazione di un
campo elettromagnetico. Come l’elettro-oculografia, questo metodo può solo
misurare la posizione dell’occhio riferita alla testa.
La foto/video-oculografia raggruppa diverse tecniche che si basano sulla
misurazione di caratteristiche distinguibili degli occhi durante movimenti di
rotazione e traslazione, come ad esempio la forma della pupilla, il bordo che
separa sclera e iride e i riflessi corneali causati da una o più sorgenti di luce (soli-
tamente infrarossa). Le misurazioni, effettuate attraverso sequenze di scatti foto-
grafici o riprese video, possono essere sia automatiche che manuali (queste ulti-
me soprattutto in passato). Come i precedenti due metodi, anche questa tecnica
studia il movimento oculare di per sé, riferito alla posizione della testa, che spes-
so deve quindi essere fissata per mezzo di un poggia-mento.
L’uso combinato dei riflessi corneale e pupillare ha il grosso vantaggio di
permettere la stima della direzione dello sguardo in modo preciso, disambi-
guando movimento della testa e rotazione dell’occhio. Questo è ottenuto sfrut-
tando come riferimenti i riflessi corneali generati da una o più sorgenti di luce,
solitamente infrarossa (in modo da non essere percepita dall’utente), e il centro
della pupilla. Come sarà illustrato nel Paragrafo 2.2., esistono sia dispositivi co-
siddetti table-mounted (molto simili agli ordinari monitor LCD), sia apparecchi da
indossare sulla testa (caschetti o, più recentemente, speciali occhiali). Una volta
identificata la posizione della pupilla (ad esempio tramite la cosiddetta tecnica
bright pupil, in cui l’individuazione è semplificata dall’illuminazione del fondo
oculare da parte della sorgente di luce), la direzione dello sguardo è ottenuta
analizzando i riflessi corneali (noti come riflessi o immagini di Purkinje). Durante
una fase di calibrazione iniziale vengono ricercate le corrispondenze tra punti
osservati dal soggetto (ad esempio su uno schermo) e la posizione dei riflessi
sulla cornea, permettendo poi quindi la stima dello sguardo a partire da tali ri-
flessi. Quando vengono considerati entrambi gli occhi, come avviene con la
maggior parte degli odierni eye-tracker, si parla di sistemi binoculari.
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